Infomobility: l’Ict la chiave per uscire dal tunnel?

Uno studio Eito sullo stato dei progetti di Infomobilità in Europa. Mancano i fondi per uscire dai trial, ma anche un’adeguata consapevolezza.

Nel corso della prima giornata di Smau, Eito ha
presentato anche il primo rapporto di uno studio condotto in collaborazione con
Promotior International e Idc sull’Infomobilità.
Si tratta di un lavoro che
prende lo spunto dalle direttive di Lisbona e si pone l’obiettivo di
verificare come l’Ict possa essere utilizzata per migliorare tutti i sistemi di
trasporto.
Una necessità, in un contesto in cui cresce la domanda di
trasporto dei cittadini, cresce la congestione del traffico soprattutto a
livello urbano e nelle aree metropolitane, e soprattutto continua a manifestarsi
una forte concentrazione del trasporto su ruota.
Le tecnologie Ict, ormai
ampiamente testate e sperimentate, possono portare contributi importanti in una
serie di aree quali la gestione del traffico e delle informazioni ai
viaggiatori, ticketing e sistemi di pagamento, sistemi automatici di pagamento
dei pedaggi, intermodalità del trasporto merci.
Lo studio ha fin qui
analizzato 15 casi, quattro dei quali sperimentati in Italia: Muoversi in
Campania, CityPorto a Padova, Personal Bus a Campi Bisenzio e Parking pay by
Phone a Roma. Tutti trial che hanno finora goduto di finanziamenti da parte
della Comunità Europea, ma diventa ora difficile uscire dalla fase di
post-trial.
Secondo Bruno Lamborghini, presidente di Eito: “Mancano i
fondi, manca una concreta collaborazione tra pubblico e privato,e tra enti
diversi, lo scambio di informazioni tra diverse agenzie è sempre più
difficile
“.
E di fronte a queste carenze, i 500 milioni di euro che
rappresentano la spesa prevista per i progetti di infomobilità nel prossimo 2006
sembrano ancora più esigui.

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