Inda – Meglio svincolarsi dai limiti del monofornitore

L’infrastruttura It di Inda è di stampo prevalentemente classico. «In maggioranza – ha esordito Maurizio Casiraghi, direttore information & communication technology di Inda -, i nostri client hanno installano Windows Xp, mentre i server lavorano su Win …

L’infrastruttura It di Inda è di stampo prevalentemente classico. «In maggioranza – ha esordito Maurizio Casiraghi, direttore information & communication technology di Inda -, i nostri client hanno installano Windows Xp, mentre i server lavorano su Windows 2000/2003 Server. Il database aziendale gira, invece, su un As/400. All’inizio dell’anno, a questa infrastruttura, tutto sommato tradizionale, abbiamo aggiunto due server Linux». La scelta è stata dettata dalla solidità. «Cinque anni fa – ha continuato Casiraghi – l’opensource era ritenuto aziendalmente rischioso. Oggi, invece, Linux è più affidabile di tanti altri sistemi presenti sul mercato, come sto personalmente riscontrando». Questo risultato sta spingendo il responsabile It a considerare ulteriori implementazioni open in azienda. «Inda – ha sottolineato il manager – ha investito sempre tanto e in modo continuativo in tecnologia. Se questo si abbina alla solidità che Linux sta dimostrando, posso tranquillamente affermare che non ci sono motivi per cui non estendere l’offerta opensource».


Secondo Casiraghi, i problemi di integrazione e di supporto non sono motivazioni valide per respingere il mondo open a priori. «Ci sono pro e contro in tutte le scelte – ha continuato -: anche dipendere da Microsoft in tutto e per tutto ha, infatti, i suoi limiti. Decisamente meglio è tenere una configurazione svincolata e acquistare tecnologia diversificata. Nel nostro caso, per esempio, usiamo Notes per la posta e, pur appoggiando il database aziendale su un As/400, garantiamo i collegamenti a OneWorld di Jd Edwards via Citrix, utilizzando, quindi, una tecnologia mista». Per l’implementazione del server Linux, Inda si è avvalsa di un partner esterno. «Questa società di consulenza – ha puntualizzato Casiraghi – ha fornito servizi a valore e la nostra esperienza è stata positiva, ma non sono convinto che il mercato open offra elevati livelli di professionalità in modo generalizzato». Oltre all’introduzione di Linux, i recenti investimenti tecnologici di Inda hanno visto la riorganizzazione della sala macchine. «Come tanti – ha concluso il manager – abbiamo cominciato con un paio di server, che nel tempo sono diventati oltre una trentina. Per azzerare i rischi e semplificare i processi collegati alla gestione di questa infrastruttura, abbiamo deciso di ridurre il numero dei server, sostituendo quelli obsoleti. Contestualmente abbiamo virtualizzato tre macchine tramite Vmware, tematica attualmente al centro di ulteriori investimenti».

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