In Rinascente le risorse umane si autogestiscono

Il gruppo di grandi magazzini ha implementato il modulo di gestione Hr di Sas. Da un governo più stringente del costo del lavoro, l’idea è di arrivare anche a una miglior retribuzione delle professionalità e alla valorizzazione dei talenti.

Il Gruppo Rinascente è una delle realtà più rilevanti nell’universo della Grande distribuzione organizzata italiana. Vanta una ventina di punti vendita propri (alcuni con insegna La Rinascente e altri, dedicati all’universo dei giovani, con insegna Jam) e controlla tutta la rete di punti vendita del gruppo Upim (147 negozi diretti e 230 in franchising). Il Gruppo detiene quote anche nelle catene di negozi Brico e, nel settore alimentare, di Auchan e Sma. In totale,


La Rinascente impiega circa 30.000 persone, per un fatturato complessivo di oltre 6 miliardi di euro. “L’esigenza di dotarsi di una soluzione di gestione delle Hr è nata dalla direzione personale – ha precisato Alfredo Barbieri, direttore Sistemi informativi di La Rinascente e responsabile del progetto Hr -. Tutti gli anni, a ottobre/novembre organizziamo un incontro con gli utenti per capire quali sono le loro esigenze. La direzione Risorse Umane, nel 2003, aveva manifestato una duplice necessità. Da un lato, gestire al meglio il costo del lavoro, dall’altro riuscire a garantire un’incentivazione meritocratica dei dipendenti. L’idea era di riuscire a dotarsi di strumenti in grado di analizzare la storia di tutto il parco umano di Rinascente, selezionando per tipologia di impiego e professione le scelte da fare”.

Autonomia di servizio


Il Gruppo, negli ultimi quattro anni, ha rinnovato tutta l’architettura tecnologica dell’azienda, nell’ottica della migliore aderenza al processo di sviluppo avviato. “Siamo passati da un’architettura tradizionale mainframe con grosse elaborazioni cartacee – ha proseguito il manager – a un ambiente dipartimentale basato su database Oracle, in abbinamento a un sistema commerciale che è stato sviluppato internamente, dalla direzione Sistemi Informativi, con l’ausilio di Uniphase. Il data warehouse commerciale è Microstrategy, mentre tutti i desktop e i server sono in ambiente operativo Microsoft, perché abbiamo privilegiato la scelta della standardizzazione. Tutta la parte di progettazione, sia hardware che software, è stata fatta da noi e la logica che abbiamo adottato è quella di avere un ambiente di data warehousing che consentisse l’analisi commerciale spinta fin nei minimi dettagli”. Quando si è presentata l’esigenza di un migliore governo delle risorse umane, il Gruppo ha seguito la stessa filosofia. La scelta è caduta su un ambiente di data warehousing che consentisse all’utente di avere un proprio strumento di autogestione, garantendo l’indipendenza dalla direzione sistemi. “Abbiamo optato per il pacchetto Hcm (Human Capital Management – ndr) di Sas perché presenta già una serie di analisi precaricate e una reportistica strutturata – ha sottolineato Barbieri -. È un ambiente di fatto già predisposto per la gestione del personale. Abbiamo, inoltre, sfruttato l’esperienza fatta l’anno scorso da Upim, l’altra area commerciale del gruppo, ottimizzando così gli investimenti. Infine, abbiamo riconosciuto in Sas un ambiente molto performante per la parte di gestione delle Hr. Il progetto è stato avviato a novembre dello scorso anno ed è oggi in fase di rollout. Finiti di caricare i dati provenienti dal payroll, possiamo dire che il sistema da metà maggio è perfettamente allineato”.

Gestione per obiettivi


L’implementazione è stata governata da un gruppo di lavoro cui hanno partecipato 4 persone della direzione Risorse Umane, che hanno contribuito a definire le richieste e a supportare il personale tecnico della direzione Sistemi Informativi (sono state coinvolte 10 persone in tutto, compreso il responsabile di progetto che è lo stesso Barbieri). Il gruppo è stato affiancato da un tecnico di Sas, che ha operato per la definizione e la personalizzazione dell’ambiente. “Quest’ultimo, in realtà – ha ammesso il manager -, era già abbastanza strutturato, perché tutto ciò che era stato fatto per Upim poteva essere replicato all’interno di Rinascente, anche se abbiamo qualche tipologia contrattuale diversa e alcune esigenze analitiche parzialmente differenti”. I dati che confluiscono nel pacchetto, grazie al collegamento con i database, sono di varia natura, a partire da quelli di carattere anagrafico e retributivo, fino alle informazioni sulla posizione professionale del dipendente. Per quanto riguarda gli sviluppi futuri del progetto, “entro quest’anno vogliamo stabilizzare il sistema – ha puntualizzato Barbieri -. La maggior parte del lavoro consisterà nell’imparare a utilizzarlo al meglio, sfruttando tutte le possibilità di self service del dipendente. L’evoluzione naturale consiste nella costruzione di un modello di simulazione che possa permettere, sulla base dell’analisi storica dell’ambiente Hr, di simulare costi, benefici e obiettivi futuri. L’idea guida è di pervenire a una gestione per obiettivi del capitale umano”. Il sentiero di sviluppo vira, quindi, verso il budgeting delle risorse del personale che, attualmente, in Rinascente è assente o condotto con strumenti “artigianali”. Oggi il data warehouse ci consente un’analisi quali-quantitativa dei dati storici, fatta con strumenti tradizionali, che domani potrà essere integrata in un’ottica di previsione. “Dalla soluzione – ha concluso il manager – ci aspettiamo di riuscire a ottenere un meccanismo di analisi del costo del lavoro per ogni singolo addetto o tipologia di professione, fin nel massimo grado di dettaglio. Questo ci consentirà di capire meglio le anomalie dei costi e di identificare i possibili interventi, perché in un’azienda come la nostra il costo del lavoro è uno degli elementi che incidono maggiormente sul bilancio. Non si tratta, però, di una semplice operazione di cost saving, perché, in parallelo, ci proponiamo di arrivare a una miglior retribuzione delle singole professionalità”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome