In ricordo di Alberto Bontadini

E’ scomparsa questa settimana una delle figure più importanti del nostro settore, manager di Ibm negli Settanta e Ottanta e creatore del gruppo Assotrade

25 marzo 2004. E’ mancato in questi giorni
Alberto Bontadini. Aveva 83 anni ed è da
considerare una delle personalità eminenti del trade italiano per lo stile e per
le idee che hanno fatto la storia di questo settore. Durante il convegno Sirmi
dedicato ai canali e organizzato all’Assolombarda, un applauso in onore si è
levato a seguito della dolorosa notizia. E Antonio Caserta, amministratore
delegato di Asystel ha ricordato “come sia stato Bontadini nel ’83, allora
manager di Ibm
, a
lanciare la rete di concessionari di Big Blue”. E poi la svolta in
Assotrade

, il consorzio di imprese che “salvò – sono ancora
parole di Caserta – dalla deriva centinaia di dealer”.


Un ricordo di Alberto Bontadini
Ho conosciuto Bontadini all’inizio
degli anni ‘ 90 quando dopo aver lasciato la Ibm per raggiunti limiti di età
aveva deciso di accettare una chiamata Assotrade. Non aveva alcuna intenzione di
ritirarsi, era carico di energia, di idee e di voglia di fare. E soprattutto
aveva preso a cuore la sorte di un manipolo di aziende che da sole faticavano a
stare a galla nel mare agitato dell’It.
A quel piccolo gruppo di imprese
Alberto ha saputo infondere la sua grinta e le ha rese più forti e più stabili.
In quegli anni il mercato era scosso dalla prima aspra guerra dei prezzi, le
azienda facevano i conti con fatturati  e margini in continua
flessione e con una domanda che scarseggiava.
Il progetto Assotrade trovò la
sua linfa nel coraggio e nel carattere di Alberto, nella sua capacità di credere
in quello che faceva e nella sua tenacia. Le aziende che lo seguirono riuscirono
a far crescere le loro forze e a limitare le loro debolezze, riuscirono a creare
un modello unico in Italia, in un periodo tra i più severi nella storia del
nostro mercato. E si può forse dire che quelle aziende credettero sì nel
progetto e nell’idea di Assotrade, ma soprattutto dimostrarono di avere
fiducia  nell’uomo Bontadini. E Bontadini ricambiò quella fiducia con una
dedizione totale al progetto, come era nel suo carattere di lavoratore ostinato
e tenace. E con i suoi modi spicci,  diretti, a volte anche spigolosi,
trattava con tutti, con i piccoli e con i grandi, arrivava dove era necessario,
senza lasciarsi intimidire, sempre da pari a pari. Con quel suo
carattere esplicito e deciso sapeva mantenere attive tutte le
relazioni, anche quando qualche fornitore o qualche cliente faceva i “capricci”.

Le mie interviste con Bontadini erano un piacere: intense, generose,
saporite. Spesso era necessario arginare  la sua eloquenza, rallentare
le sue digressioni. Grazie al suo lavoro e al suo carattere era al centro
di un fitto intreccio di relazioni umane e professionali che lo documentavano in
modo impareggiabile sui fatti e sui retroscena delle decisioni più importanti
del mercato. A volte sapeva dire e non dire, era capace di giudizi
sferzanti e di brillanti intuizioni. Ma più di tutto, credo,
amava andare a fondo sulle persone e si prendeva il piacere di conoscerne
il valore professionale senza scinderlo da quello umano.

Credo che
abbia insegnato molto a chi lo ha conosciuto e frequentato.
Grazie Alberto.

MB

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