In Europa, l’85% dei nuovi posti di lavoro si deve alle Pmi

Dal 2002 al 2010, le piccole e medie imprese hanno aumentato l’occupazione dell’1% ogni anno, tranne che nel settore commerciale, ormai appannaggio dei grandi gruppi. Ma sono anche le prime a patire gli effetti della crisi.

Tra il 2002 e il 2010 le piccole e medie imprese hanno contribuito per l’85% alla creazione netta di posti di lavoro in Europa. Percentuale che è superiore a quella corrispondente alla quota delle Pmi rispetto all’occupazione totale: 67%.

Il dato emerge da uno studio sul contributo delle Pmi alla creazione di occupazione presentato dalla Commissione europea. Lo studio fa parte del progetto “Sme Performance Review” e si basa su un’indagine condotta presso le imprese alla fine del 2010 nei 27 Stati membri Ue e in 10 paesi partecipanti al programma Imprenditorialità e innovazione (Albania, Croazia, Islanda, Israele, Liechtenstein, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Montenegro, Norvegia, Serbia e Turchia).

Nel corso del periodo misurato, l’occupazione netta nell’economia di mercato è aumentata, in media, di 1,1 milioni di posti di lavoro all’anno.
Nelle Pmi il tasso annuo di crescita dell’occupazione è stato dell’1%, mentre nelle grandi imprese è stato dello 0,5%.

Fa eccezione il settore commerciale, in cui l’occupazione è aumentata nelle Pmi dello 0,7% all’anno contro il 2,2% delle grandi imprese, in conseguenza del forte sviluppo delle grandi imprese commerciali, in particolare nel comparto della vendita, manutenzione e riparazione di autoveicoli.

Tra le Pmi si deve alle microimprese (quelle con meno di 10 dipendenti) il contributo maggiore (58%) alla crescita netta complessiva dell’occupazione nell’economia di mercato.

A creare occupazione sono in maggioranza le imprese con meno di cinque anni di vita.

Le nuove realtà che operano nel settore dei servizi alle imprese hanno creato oltre un quarto (27%) dei nuovi posti di lavoro, mentre quelle che hanno contribuito di meno sono state quelle del settore dei trasporti e delle comunicazioni (6%).
(qui i dati sulle performance delle Pmi)

Ma le piccole imprese risentono di più degli effetti negativi della crisi: fra 2009 e 2010 i posti di lavoro nelle Pmi sono diminuiti del 2,4% in media annua, contro lo 0,95% per le grandi imprese.

L’evoluzione dell’occupazione è stata ancora negativa nel 2010, ma le previsioni per il 2011 erano, al momento dell’indagine, in miglioramento.
La quota delle imprese nelle quali erano previsti licenziamenti nel 2011 era inferiore a quella delle imprese in cui nel 2010 ci sono stati licenziamenti.

Oltre agli effetti sull’occupazione, l’effetto negativo della crisi e è il calo della domanda complessiva dei loro prodotti e servizi (menzionato dal 62% delle imprese), seguito dall’aumento dei ritardi nei pagamenti dei clienti (48% delle imprese) e dalla mancanza di liquidità (31%).

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