Potrà essere usato in tutti i Paesi dell’Unione e, nonostante qualche possibile adattamento alle peculiarità nazionali, dovrà contenere alcune voci fisse. Dovrebbe consentire un risparmio fino a 15 miliardi di euro l’anno in oneri amministrativi.
La Commissione europea sta portando a termine una riforma che introdurrà un
modulo unico di dichiarazione Iva che ha l’obiettivo di aiutare le Pmi a slegarsi
con maggiore semplicità dalla burocrazia dei sistemi fiscali nazionali. Si tratterà di
una dichiarazione Iva che proporrà ai 28 Stati membri un modello utilizzabile in tutti i Paesi dell’Unione europea.
Tale modello conterrà al massimo 26 campi e potrà essere adattato alle esigenze nazionali da ogni Stato membro, il quale sarà però
tenuto a mantenere un minimo di 5 voci: il credito Iva (input tax), il
debito Iva (output tax), l’ammontare netto delle due voci e dell’imposta
da pagare o da rimborsare.
Il documento, consultabile fino al 14 febbraio 2014, propone quattro metodi
opzionali di revisione del sistema.
La scadenza della dichiarazione Iva sarà mensile,
con l’obbligo del versamento dell’imposta entro un mese dalla notifica. Le
autorità dei singoli Stati membri potranno, tuttavia, estendere tale termine
sino a un anno e allungare i termini del pagamento di un mese. Per le imprese
con un giro d’affari inferiore ai due milioni di euro, la dichiarazione Iva può
essere trimestrale.
Oltre a voler agevolare il numero crescente di imprese che esporta
all’estero, la riforma ha anche l’obiettivo di sostenere gli Stati membri nella
lotta all’evasione fiscale.
Infatti, il mancato versamento dell’Iva nell’area Ue nel 2011 è stato di 193 miliardi di
euro, pari all’1,5% del prodotto interno lordo. La proposta di direttiva dovrebbe consentire inoltre un
risparmio in oneri amministrativi fino a 15 miliardi di euro.