Ims, la chiave di volta delle future reti aziendali

L’Ip multimedia system dovrebbe diventare la base delle future infrastrutture di telecomunicazioni. Attraverso ambienti totalmente fondati sull’Internet protocol, sarà così possibile implementare reali servizi di convergenza voce-dati o fisso-mobile.

Già oggi i principali carrier di telefonia mobile promettono agli utenti servizi sempre nuovi e perlopiù orientati alla visualizzazione di immagini fisse o in movimento. Il percorso evolutivo, però, è solo all’inizio. Mostrare il video registrato di un evento a due diversi interlocutori e allo stesso tempo commentarlo a voce sarà, ad esempio, un servizio disponibile nel futuro prossimo direttamente su un telefono 3G, insieme a molte altre applicazioni destinate a combinare, nella medesima sessione, differenti attività fra molteplici utenti. Sono queste le potenzialità offerte dall’architettura Ip multimedia system (Ims), destinata a diventare il perno sul quale ruoterà il processo di conversione delle infrastrutture di reti Tlc e di trasporto su Ip. La generalizzazione sarà progressiva, ma l’ambizione, chiara fin d’ora, è quella di sostituire le reti telefoniche tradizionali.


Ims si pone come strato logico intermedio fra i terminali e le reti di trasporto Ip-oriented da un lato e, dall’altro, i servizi applicativi di telecomunicazioni (la voce su Ip, l’instant messaging o il push-to-talk). L’architettura abilita determinate funzionalità tecniche (meccanismi di controllo e segnale) fra differenti apparati all’interno di una rete di carrier, ricorrendo al protocollo Sip (Session initiation protocol), indipendente dalla natura dei dati trasportati. Si rileva così anche la presenza di abbonati connessi o di utilizzatori di instant messaging.


L’architettura Ims è stata definita dal consorzio 3Gpp (Third Generation Partnership Project), che specifica le norme applicabili per le reti cellulari di terza generazione. Di fatto, si tratta della specifica 3Gpp versione 5 dell’Umts, che includeva già l’insieme di specifiche Hdspa, per l’alta velocità sulle reti radio discendenti. La versione 6, attualmente in corso di finalizzazione da parte del 3Gpp, definisce una seconda fase dell’Ims, che precisa soprattutto le condizioni di interconnessione con reti a commutazione di circuito. Va ricordato che la maggior parte delle reti cellulari 3G attualmente implementate in tecnologia W-Cdma, soprattutto in Europa, fa leva sulla versione 3Gpp battezzata 99, che è anteriore alla 5. A dispetto della sua genesi, comunque, Ims non ha bisogno intrinseco di una rete cellulare di terza generazione per essere reso operativo. Infatti, esso può basarsi anche su una dorsale a pacchetto Ip che controlla una rete Gprs o Edge, essendo la tecnologia indipendente dal livello di accesso.


I componenti di un’infrastruttura Ims includono numerose funzioni logiche teoriche, lasciando liberi i tecnici di materializzarle sui server dedicati. La funzione centrale è assicurata dal controller di sessione (Cscf) e si suddivide in tre sotto-funzioni di base: proxy server (P-Cscf), interrogazione (I-Cscf) e servizio (S-Cscf). Per semplificare, queste tre funzioni elaborano le richieste che arrivano dai terminali connessi a una rete Ims, cosa che presuppone l’identificazione e l’autenticazione degli abbonati. Le richieste sono poi indirizzate ai corretti servizi applicativi attraverso il protocollo Sip. Al livello primario è elaborata anche la base di abbonati Hss, dove sono contenuti i loro profili. A ciò si aggiunge la Policy decision function (Pdf), che gestisce la qualità del servizio in funzione delle caratteristiche del terminale.


In una rete di telecomunicazioni Ims, la nozione di commutazione sparisce, a vantaggio di quella delle sessioni, stabilite con diversi application server, un po’ come accade per i softswitch, che gestiscono la telefonia su Ip sulle reti di nuova generazione. Nel corso di queste sessioni, tutti i tipi di scambi possono correlarsi o combinarsi, tanto a livello di contenuti (voce, immagini, video e testi) che a quello degli interlocutori. L’Ims rende più semplice l’implementazione di tutti i tipi di servizi di Tlc che si appoggiano su Ip (telefonia, videoconferenza o condivisione di contenuti). Un’altra differenza architetturale importante riguarda lo sdoppiamento fra la rete d’accesso (formata dal terminale e dal link di telecomunicazione che lo connette) e le applicazioni per i servizi offerti. Ims si inserisce fra questi due elementi, a livello del controllo di sessione. Questa divisione fra accesso e controllo assume rilevanza, per esempio, per la qualità del servizio. Quando un nuovo terminale si connette a una rete Ims, le sue caratteristiche sono identificate dal proxy server P-Cscf, il quale reindirizza le informazioni sul server di regole Pdf. Questo, a propria volta, può interagire sul canale Tlc d’accesso, per QoS adattate alle caratteristiche del terminale.


Dal punto di vista dell’operatore, un’infrastruttura Ims ha l’obiettivo di eliminare il costo e la complessità della rete e dell’informatica legate allo sviluppo di un’architettura specifica per servizio. Soprattutto, evita che il carrier si riduca al ruolo di fornitore di alta velocità, generando invece introiti economici aggiuntivi per abbonato, proprio dai servizi a valore aggiunto assicurati. Ims dovrà ora legarsi al vasto puzzle tecnologico esistente, con un lavoro di assemblaggio di elementi che oggi è appannaggio di fornitori di apparati e carrier, in un’opera di collaborazione già sviluppata per raggiungere lo scopo. Ma non sarà un’opera di breve durata.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome