gli istituti di credito hanno posticipato debiti per un controvalore di 31,3 miliardi. A disposizione delle piccole e medie imprese 4,2 miliardi di maggiore liquidità.
Secondo i dati più
aggiornati, con l’iniziativa “Nuove misure
per il credito alle
Pmi”, a giugno
2013 le banche hanno sospeso 101.247 finanziamenti a livello
nazionale, per un controvalore di 31,3 miliardi. Di qui una maggiore liquidità
a disposizione
delle imprese pari a 4,2 miliardi.
A livello
nazionale, se si guarda all’attività
economica dell’impresa
le sospensioni sono collegate:
per il 26,8% al
settore commercio e
alberghiero; per il 16,3%
all’industria; il 17,9%
all’edilizia e opere pubbliche; il 9,0%
all’artigianato; il 5%
all’agricoltura; e il restante
25% agli altri servizi.
A livello
territoriale, la distribuzione
per macro aree geografiche, in termini
di quota percentuale
sul totale, evidenzia che
le sospensioni hanno
riguardato per il 58,6%
imprese residenti nel Nord Italia; per il 21,2%
imprese residenti nel Centro Italia; per il 20,2%
imprese residenti nel Sud Italia.
Ricordiamo che l’intesa “Nuove misure per il credito alle Pmi” è stata firmata il 28
febbraio 2012 dall’Abi e da
Alleanza Cooperative
Italiane (che riunisce Legacoop, Confcooperative,
Agci); Assoconfidi, Cia, Claai,
Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confedilizia, Confetra, Confindustria,
Rete Imprese
Italia (che riunisce Cna, Confartigianato, Confesercenti, Confcommercio,Casartigiani).
L’accordo è stato siglato
anche dal Ministro dello Sviluppo
economico, delle Infrastrutture
e dei Trasporti, e dal Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze.
L’obiettivo
delle misure è quello di “assicurare la disponibilità di adeguate risorse finanziarie
per le imprese che pur registrando tensioni
presentano comunque prospettiveeconomiche
positive”. Di qui l’azione per “creare le condizioni per il superamento delle attuali
situazioni di criticità ed una maggiore facilità nel traghettare le imprese
verso un’auspicata
inversione del ciclo economico”.
In
precedenza, con l’Avviso
comune scaduto il
31 luglio 2011 erano stati rinviati 260mila prestiti, pari a 70 miliardi di
debito residuo e ad
una maggiore liquidità di 15 miliardi a disposizione per le imprese