Il wireless cerca sicurezza ma al momento ne trova poca

Il sondaggio di Computer Dealer&Var rileva una certa dose di scetticismo soprattutto tra quei rivenditori che “hanno qualche capello bianco in più”

Settembre 2005, Insicurezza. E anche immaturità. Non
è il problema di un adolescente di oggi, ma gli aggettivi con cui
il mercato sta "apprezzando" la sicurezza delle tecnologie wireless.
Perché in pochi hanno il coraggio di dormirci sopra. Sfido io,
fino a poco tempo fa a Milano si poteva prendere un autobus che di norma
percorre la circonvallazione e, mentre questo viaggiava per le strade
della città, con gli strumenti adatti ci si poteva collegare a
sette o otto reti come niente (l’esperienza è di Danilo
Bruschi
del Clusit, nonché docente universitario).
A monte di ciò, il sondaggio proposto da Computer Dealer&Var
a Ict Trade dà traccia di questa sensazione di "insicurezza".
Un pesante 53 per cento afferma che le tecnologie wireless sono percepite
ancora come troppo poco mature e sicure per un’implementazione diffusa.
Il problema è «sociale o, meglio, culturale»
ha affermato a proposito Bruschi.

Solo chi ne è stato toccato si organizza
Ma il tarlo è
anche informativo. Strano ma vero, non molti partecipanti al workshop
dedicato alla sicurezza di sistemi e reti conoscevano cosa avviene, tecnicamente
anche, durante un attacco di phishing. «La vera questione
– afferma Giorgio Mancini di Computer Associates – è
che non c’è rimedio tecnologico agli attacchi di questo genere
».
Né si possono prevenire. Ecco perché culturalmente non «bisogna
cascarci dentro: è triste, però solo chi tocca con mano
riesce a capire che il problema esiste per davvero
». Ma se
questo è l’atteggiamento dei clienti, quale leva usare per "vendere
sicurezza"? La strada la indica Sabatino Schiavoni
di Juniper Networks quando afferma: «Tante aziende sono refrattarie
a garantirsi un sistema sicuro in azienda. Ma fate loro capire che è
come avere una bella casa senza difenderla con una porta blindata
».
Vero è che fino a quando i sistemi di sicurezza non avranno modo
di quantificare un proprio Roi, la battaglia non si potrà impostare
correttamente. Ma c’è chi, come 3Com, prova a convincere con la
strategia del «testa il prodotto – racconta Luca
Maiocchi
e se sei contento acquistalo».

Così
non tutti i rivenditori presenti in sala giurano di scommettere il proprio
business in questa materia. O meglio: ad alzata di mano il pubblico si
divide. Quelli con i capelli un po’ più bianchi bofonchiano sul
fatto che non conviene perdere tempo a convincere i clienti. I più
giovani non ci scherzano sopra. Loro ci credono. E troveranno il modo,
c’è da scommetterlo, per fare capire ai loro interlocutori che
non conviene aspettare gli attacchi. Anche in questo caso meglio prevenire
che…

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