Il Web delle Regioni è chiamato al miglioramento

I siti della Pa regionale vanno omogeneizzati e quindi migliorati. Al di là di statistiche più o meno significative, ecco osservazioni e consigli di un Rapporto che si fa strumento.

L’ Università del Salento e Inforav, in collaborazione con Eustema, hanno presentato il Primo Rapporto sui siti istituzionali delle Regioni. L’indagine ha permesso di creare un primo livello di valutazione strutturata di contenuti e servizi online analizzando cinque macroaree: contenuti, servizi, amministrazione 2.0, requisiti tecnici e legali e accessibilità.
I risultati non sono certo eccezionali, perché se si esclude il 95% di rispondenza del grado di copertura di temi e servizi dei contenuti di competenza regionale, servizi e 2.0 sono al 30% e anche i requisiti legali minimi sono bassi, al 49%.
Diversa la valutazione per l’accessibilità, analizzata con il tool automatico Kendo di Eustema, In quel caso, avendo a disposizione una precisa descrizione della normativa (i 22 criteri della legge Stanca del 2004), “il lavoro svolto in automatico ha mostrato una elevata rispondenza, con un punteggio medio pari all’80%”, ha riferito Paolo Subioli di Eustema. Kendo esiste anche in versione on-line gratuita.
Il lavoro metodologico svolto dall’équipe di Antonella Longo, Responsabile operativo dell’Osservatorio Interdipartimentale sulla Qualità dei Siti web della Pa presso l’Università del Salento, è nell’individuazione d’un set minimo di parametri davvero significativi a livello nazionale ed internazionale.
Il rapporto tra questa indagine e l’azione della Pa è stato raccontato da Francesco Beltrame (Presidente di DigitPA) e Andrea Simi (Consigliere del Ministro Funzione Pubblica ed Innovazione).

Serve omogeneità
Al di là di eccellenze note e meno note e di numeri ed indici variamente interpretati, due sono le osservazioni strutturali da farsi. La prima è che l’operazione è rivolta alle Regioni, e con all’intera Pa italiana; la seconda è che la difformità degli indirizzi Web rende impossibile identificare un perimetro di analisi. Per esempio restano fuori praticamente tutti i siti dedicati al turismo, hanno qualità media alta e spesso sono un’eccellenza italiana.
Si comprende come nel momento di passaggio al federalismo fiscale l’attenzione alle Regioni possa essere maggiore di quella data a Pa centrale o ai Comuni. Di fatto la ricerca complessiva è rivolta a rendere omogeneo un panorama che proprio non lo è, in modo da poter suggerire confronti, consorzi e riuso, nello spirito della riforma Brunetta. Un esempio? Molti pagamenti potrebbero essere automatizzati ovunque adottando lo stesso sistema usato in alcune Regioni, che è un semplice Saas.

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