Il centro storico della città è stato coperto con hot spot Wi-Fi, per assicurare connettività gratis a cittadini e turisti
Si sa che a Reggio Emilia (circa 160.000 abitanti) si vive bene. Una fama che l’amministrazione comunale cerca di consolidare anche con interventi di recupero e rigenerazione dei computer, ceduti gratuitamente alle scuole. Tutti gli istituti sono online e sperimentano quotidianamente la multimedialità con la creazione di portali e altre forme di comunicazione. Una rete civica (Navig@are), attiva da cinque anni, fornisce ai singoli cittadini anche un account di posta elettronica gratuita. «Da sempre – esordisce Mauro Bonaretti, direttore generale del Comune -, l’innovazione tecnologica è, per noi, lo stimolo all’offerta di nuovi servizi. Questo è quanto è accaduto, ad esempio, con il Wi-Fi». Il comune, infatti, era venuto a conoscenza di alcune sperimentazioni statunitensi che prevedevano l’utilizzo di hot spot Wi-Fi nel centro storico delle città, per fornire connettività gratuita ai cittadini. «Verso la metà del 2005 – prosegue il direttore – abbiamo iniziato a sondare le opportunità». La volontà di superare lo scoglio dell’ultimo miglio ha preso in considerazione lo sfruttamento della dorsale di connettività a banda larga in fibra ottica posata in Emilia Romagna in anni recenti. In seconda battuta, sono state valutate le possibilità offerte dal nomadismo individuale, in una nazione dove i cellulari sono molto diffusi. Infine, il tentativo di riportare “in piazza” la cittadinanza. «Il tema dell’aggregazione è particolarmente sentito – puntualizza il funzionario -, tanto che è previsto un rafforzamento delle politiche di attrazione verso i luoghi della vita comunitaria. Il Wi-Fi nelle piazze e nei parchi può indubbiamente aiutare a incentivare la vita all’aperto». L’amministrazione comunale ha, così, installato nel centro storico (seguita dal fornitore di connettività senza fili Guglielmo) una ventina di hot spot Wi-Fi di Smc Network. «Un’iniziativa particolarmente rilevante è quella sperimentata nei giardini pubblici – sostiene il direttore -, con l’intento di insegnare agli extracomunitari a utilizzare il VoIp sui dispositivi senza fili, per chiamare a basso costo le proprie famiglie nel paese d’origine». A un anno dall’avvio dell’iniziativa, sono diverse migliaia le connessioni attivate. «I numeri sono decisamente superiori alle ipotesi iniziali – spiega Bonaretti -. In futuro pensiamo di arrivare a superare il divario digitale coprendo con il WiMax le aree del territorio comunale più periferiche, che non sono ancora state raggiunte dall’Adsl, anche grazie al contributo della multiutility Enia».