Il virus si studia in community

Secondo McAfee sempre più spesso gli autori dei virus utilizzano metodi open source per garantire la massima efficacia degli attacchi.

Il fenomeno è stato segnalato da McAfee nel suo rapporto sui Global Threat
2006.
Sempre più spesso, sostiene la società, i pirati informatici condividono con altri codici, idee e metodi, in una sorta di community delle cattive intenzioni.

Qualcosa di molto vicino alle teorie alla base dell’open source, visto che sulla bilancia ci sono codici sorgenti resi disponibili con tanto di note e spiegazioni sul loro funzionamento.

La cosa non è proprio nuova, sostiene McAfee, solo che si è trasformata da fenomeno che interessava gruppi ristretti di ragazzini a qualcosa di molto vicino al crimine organizzato.

Un numero crescente di autori di virus sceglie oggi di unirsi
in community e condividere informazioni via Irc. Community ben protette, per non
destare l’attenzione delle autorità, ma specializzate nello sviluppo di attacchi
di qualità, realizzati sfruttando tool sviluppati dall’uno o dall’altro e poi
combinati insieme in un unico strumento di offesa.

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