Il valore dell’e-learning tra costi reali e benefici ottenuti

Progettare un corso in modalità Ctb (Computer training based) online implica un approccio particolare allo sviluppo, che deve essere orientato in modo tale da evitare fraintendimenti o difficoltà di comprensione. Gli investimenti sono proporzionali alla complessità della soluzione.

 


Un’analisi superficiale dei vantaggi legati all’e-learning mette in luce il risparmio relativo all’abbattimento dei costi di viaggio, di vitto e di alloggio legati alla trasferta di corsisti e docenti, unitamente ai vantaggi legati alla non sottrazione delle risorse umane al lavoro. "Si tratta di un punto di vista riduttivo e fondamentalmente errato – sostiene Raoul Nacamulli, professore ordinario di organizzazione aziendale presso l’Università di Milano Bicocca – perché si ha un sensibile abbattimento dei costi soprattutto sulle modalità di erogazione, ma il risparmio non è scontato. Le spese di esercizio, infatti, possono essere significativamente ridotte nel caso di grandi corporation geograficamente disperse, che richiedono un addestramento strutturato. Non va dimenticato, però, che i costi di progettazione e di sviluppo sono sensibilmente più alti rispetto a quelli della formazione tradizionale, dal momento che l’e-learning richiede standard più elevati per la qualità del processo di progettazione e per la produzione dei contenuti da trasformare in materiale didattico".


Progettare un corso in modalità Ctb (Computer training based) online, infatti, implica uno sviluppo particolare, orientato in modo tale da evitare fraintendimenti, ambiguità o difficoltà di comprensione e che deve tener conto anche del fatto che sia impossibile realizzare aggiustamenti marginali dei moduli formativi in corso d’opera, come invece avviene entro le modalità di formazione in presenza. Nel caso della formazione all’impresa, inoltre, la conoscenza da trasmettere ai corsisti spesso fa parte di un patrimonio di informazioni esplicite e implicite che devono necessariamente essere codificate e trasformate in contenuti didattici, il che richiede un grosso lavoro di preparazione da parte di più risorse dedicate. Di contro, nella valutazione del Roi non bisogna dimenticare la regola del first-copy-cost: sostenuti i costi necessari per la produzione della prima copia, infatti, i costi per la sua replicazione e diffusione risultano decisamente limitati.


Insomma, gli investimenti per l’attivazione e gestione di un sistema di e-learning dipendono dalla complessità della soluzione e dal tipo di processo con il quale s’intende promuovere l’apprendimento: una piattaforma integrata, ovviamente, richiede maggiori investimenti rispetto a una scelta che si affida a tecnologie più generaliste in termini di acquisto, di gestione e di manutenzione, anche se molte delle offerte proposte dal mercato degli Asp spesso possono risultare estremamente convenienti. Anche la grande enfasi sullo sviluppo dei Reusable learning object (Rlo) rientra in una logica per cui modularizzando il percorso e i contenuti di apprendimento si possono contenere i rischi di fallimento, massimizzando le economie di scala e gestendo più agevolmente l’obsolescenza del sapere.


Costruire delle misure affidabili dei ritorni degli investimenti, secondo Nacamulli, è importante, ma l’orientamento esclusivo a valutare la misura del risparmio sui costi può risultare utile, sotto certe condizioni, solo con riguardo all’e-training, ovvero all’addestramento abilitato dall’Ict, e non in merito all’e-learning, ossia agli investimenti in formazione attraverso il Web. In questo caso, per l’alta complessità delle attività di progettazione, per la necessità di garantire un elevato livello di interattività e per il bisogno di gestire gruppi relativamente ristretti di partecipanti, i costi potrebbero, paradossalmente, risultare più elevati rispetto alla formazione in aula tradizionale. Per poter svolgere delle scelte razionali e per fornire il feed-back necessario al miglioramento continuo dei processi di produzione del valore, è necessario poter effettuare una valutazione quantitativa dell’e-learning.


Di fatto, il calcolo del Roi dell’e-learning misura il rapporto fra i flussi degli investimenti realizzati in quest’ambito e i benefici netti ottenuti, ma la definizione e l’impiego del Roi nell’ambito della formazione in rete implica, innanzitutto, la definizione di quei "value driver" che legano lo sviluppo delle competenze alla redditività aziendale.


Le diverse formule che gli analisti hanno elaborato per la definizione del Roi in ambito e-learning, infatti, riflettono concezioni diverse (vedasi box). Quello che è veramente importante, invece, è che l’organizzazione che si trovi a pensare a una scelta di e-learning abbia una piena consapevolezza dei risultati che ci si attende e che vanno stabiliti a priori.


"La previsione dei risultati – sottolinea Nacamulli – serve a identificare le relazioni intercorrenti fra risorse, obiettivi, comportamenti, consentendo di tradurre queste relazioni in misurazioni. Il computo va fatto attraverso 5 diverse fasi. La prima è quella di far rispondere attraverso questionari a domande che permettano di registrare le reazioni dei partecipanti alla formazione e su come questi prevedano di utilizzare i contenuti appresi. La seconda e la terza fase testano in vario modo il livello delle abilità o delle conoscenze apprese, mentre la quarta rileva quanto i contenuti trasmessi producano risultati misurabili in termini di business come, per esempio, l’aumento della produttività o dell’efficienza. L’ultima fase rapporta il valore finanziario dei risultati con i costi della formazione verificando eventuali eccedenze".


Infine, la correlazione tra competenze e performance attese va impostata partendo dall’indagine sulle variabili hard (incremento della produttività e della qualità e via dicendo) e soft (miglioramento delle comunicazioni, dell’immagine aziendale e così via).

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