Il test di AOpen XCcube EY855

In prova il PC che integra la nota piattaforma mobile di Intel. Potenza da vendere e consumo limitato. Prezzo un po’ alto

L’architettura delle CPU Pentium M di Intel sviluppata per i portatili
si è dimostrata subito molto efficiente, in grado di raggiungere prestazioni
superiori alle CPU per desktop di pari frequenza e allo stesso tempo con un
consumo di energia molto basso.

Un basso consumo significa anche poco calore sviluppato, una caratteristica
di primaria importanza per un portatile, insieme alla durata delle batterie,
in cui non è possibile per ragioni di spazio e maneggevolezza ricorrere
a sistemi di dissipazione pesanti o ingombranti.

Ci si potrebbe chiedere come mai Intel non ha trasportato sui processori desktop
le soluzioni tecnologiche sviluppate per Pentium M.

In parte è stato fatto, per esempio nei Prescott 6xx è stata
aggiunta la tecnologia EIST (Enhanced Intel SpeedStep Technology)
che riduce la tensione di alimentazione e la frequenza di funzionamento durante
i momenti di inattività del processore.

Trasportare tutta la tecnologia delle CPU M richiederebbe però un totale
ridisegno dell’architettura dei Prescott e dei chipset.

Probabilmente in futuro assisteremo al travaso della tecnologia anche se non
completo, di sicuro sui desktop il passo successivo sarà rappresentato
dall’introduzione del dual core.

In fin dei conti in un processore per desktop il consumo energetico e la riduzione
del calore generato nel funzionamento sono elementi desiderabili ma non primari,
ma se pensiamo ai desktop compatti che si possono usare per l’intrattenimento
domestico le prospettive cambiano.

I Pentium M però possono essere utilizzati come base per la realizzazione
di computer SFF
(Small Form Factory, lo standard creato da Shuttle per
i computer cosiddetti Cube) leggeri, parchi di consumo energetico e nell’emissione
di calore.

L’XCcube di AOpen che descriviamo più avanti è uno dei
primi rappresentanti di questo nuovo tipo di PC.

Alla base dell’efficienza della famiglia
M

In generale l’efficienza di un processore è determinata dalla quantità
di istruzioni che riesce a eseguire per ogni ciclo di clock.

Nell’architettura della CPU esiste una specie di catena di montaggio
delle istruzioni chiamata pipeline che permette l’esecuzione
parallela di più istruzioni.

Il sistema è funzionale ma c’è una situazione particolare
che quando si verifica rallenta l’elaborazione, si tratta della previsione
errata di un salto condizionato.

Nella logica di programmazione dei computer esiste una logica chiamata
if-then-else
(traducibile in italiano con se-quindi-altrimenti).

Se la condizione if è soddisfatta then procedi con il programma else
vai a un’altra parte del programma. La pipeline in questo punto si ferma
perché la CPU deve aspettare la fine della logica di salto condizionato
per sapere qual è la prossima istruzione da caricare.

L’unità di predizione dei salti del processore cerca di indovinare,
in base ai risultati di salti precedenti, se dovrà proseguire nell’elaborazione
o eseguire il salto. Se indovina correttamente l’elaborazione prosegue
senza intoppi.

Nel caso contrario il processore deve svuotare la pipeline e riprendere tutte
le operazioni con un pesante impatto sulle prestazioni e, nel caso dei portatili,
sul consumo energetico.

Nella famiglia M l’unità di predizione del salto è stata
migliorata con un aumento del 20 per cento della predizione corretta.
Inoltre è stato modificato il meccanismo di riempimento della pipeline.
Invece di riempire la pipeline in modo sequenziale la CPU prima decodifica le
istruzioni, le raggruppa e poi le invia alla pipeline.

In questo modo la pipeline lavora sempre al massimo, il tempo impiegato nella
preparazione del gruppo di istruzioni, durante il quale la pipeline è
inattiva, è compensato dalla maggiore efficienza di utilizzo.

La cache interna è uno degli elementi che incide maggiormente sul consumo
di energia e generazione del calore. Nelle CPU M è suddivisa in diversi
segmenti; quando il processore invia una richiesta alla cache il controller
di gestione attiva solo il segmento di cache interessato e lascia inattivi gli
altri.

continua…

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