Il test di Adobe Photoshop Lightroom 1.0

Lo strumento più veloce per organizzare, correggere e stampare in modo professionale un archivio di fotografie.

Maggio 2007 Dopo il lancio di Aperture per Mac, che ha già conquistato
molti professionisti, ecco Lightroom per Windows e Mac, ovvero la risposta ad
Apple di Adobe, numero uno dell’elaborazione delle immagini digitali con
Photoshop. C’è una spiegazione per questo ritardo: una lunga fase
di affinamento in cui l’edizione beta di Lightroom è stata sottoposta
a numerosi potenziali clienti, che con i loro suggerimenti hanno contribuito alla
definizione dei dettagli del programma.
Il risultato è uno strumento che ha l’ambizione di essere la somma
senza fronzoli delle esatte necessità dei fotografi ed è la dimostrazione
che “professionale” può non essere sinonimo di “difficile”
o “complicato”.

L’installazione e l’interfaccia
Meno di 50 MegaByte: queste le dimensioni del pacchetto di installazione di
Lightroom. Di programmi professionali così compatti e leggeri non se
ne vedevano da parecchio. La fase di setup è per conseguenza veloce e
pulita su qualsiasi sistema che rispetti i requisiti minimi, che appaiono quasi
eccessivi. Alla fine della procedura si apre l’interfaccia, alle spalle
di una finestra di dialogo che mostra le cinque regole di Lightroom.

Si tratta di un tutorial in cinque passi che mostra come accedere alle caratteristiche
principali dell’applicazione: è sufficiente portarlo a termine
per essere subito produttivi. La struttura dell’interfaccia è l’elemento
più innovativo del programma. Presenta l’impostazione degli ultimi
applicativi Adobe, con al centro le foto e tutt’intorno gli strumenti,
che possono essere fatti sparire in modo selettivo, con innumerevoli possibilità
di personalizzazione, mantenendo però sempre un aspetto ordinato, senza
sovrapposizione di elementi. L’interfaccia dà il meglio con un
monitor wide, con la barra inferiore dedicata alle anteprime che permette di
avere sempre sottocchio un buon numero di immagini adiacenti.

Scorrendo col puntatore del mouse su queste piccole anteprime l’immagine
viene istantaneamente ingrandita nell’area Navigator, in modo da averne
una visione più dettagliata.
Eccellenti i font, chiari e leggibili su qualunque monitor e a qualunque risoluzione
e le icone e le procedure del mouse sono quanto mai intuitive, come lo zoom
che si attiva e disattiva con un doppio clic e passa con clic singoli dalla
visione dell’intera immagine all’ingrandimento 1:1. È perfino
possibile regolare con il tasto L la “luminosità” dei controlli,
fino a lasciare visibili solo le foto.

L’archiviazione delle immagini
Le modalità di funzionamento di Lightroom, che corrispondono ad altrettante
schermate specifiche, sono cinque: Library, dedicata all’organizzazione
delle immagini, Develop, che permette l’editing, Slideshow, per le presentazioni,
Print per la stampa e Web per la condivisione online.

La principale funzione è però quella di organizzare l’archivio
delle foto. Non è un compito facile, visto che un professionista avrà
decine di migliaia di immagini con risoluzioni fino a 12 Mpixel, solitamente
conservate in formato RAW. L’importazione può avvenire direttamente
trascinando file e cartelle nella finestra del programma o in modo automatico
collegando una periferica di storage. La procedura è veloce e il database
che viene generato, partendo per esempio da un archivio di 400 JPEG, per complessivi
500 MB, occupa con le preview 25 MB. È possibile raggruppare le immagini
in stack, che svolgono una funzione simile alle cartelle, con una limitazione,
sgradevole: i file per essere raggruppati devono trovarsi nella stessa directory.

Lightroom gestisce subito oltre 140 formati di RAW diversi, e salva in formato
DNG, il negativo digitale, ovvero il formato RAW aperto e indipendente dalla
fotocamera, voluto da Adobe per standardizzare questo tipo di file. Operazioni
noiose, come impostare dei flag su numerose immagini, possono essere comodamente
svolte usando la tastiera, grazie ai numerosi comandi che richiedono una sola
lettera.

Ricerche e metadati
Una volta importate, due immagini possono essere facilmente confrontate con
uno strumento che permette di applicare a entrambe lo stesso zoom. Un’altra
funzione si chiama Survey e permette di estendere il confronto a più
immagini. Si possono effettuare ricerche sull’archivio combinando metodi
di ordinamento, filtri, impostazione di flag e giudizi e soprattutto metadati.
Difficilmente una persona che lavora ha il tempo di compilare parole chiave
e metadati per le ricerche successive, ma Lightroom integra diversi strumenti
per semplificare questa operazione: esistono raccolte di parole chiave predefinite
e personalizzabili, e i metadati possono essere applicati in un colpo solo a
gruppi di immagini con la massima facilità.

Ritocchi di qualità
Già in Library, il programma permette di correggere toni, luci, saturazione
ed esposizione delle immagini, anche servendosi di una scenografica modalità
di autoregolazione, in modo rapidissimo, preciso e assolutamente non distruttivo
rispetto alle foto originali.

L’effetto di ogni modifica può essere verificato sul grande istogramma
a colori, che è la guida migliore per capire se si è raggiunto
l’effetto desiderato. Questo stesso istogramma diventa interattivo nella
sezione Develop ed è possibile trascinarlo col mouse per aggiustare a
mano l’esposizione. In questa modalità le possibilità di
regolazione e ritocco sono notevoli e tarate sui difetti delle fotocamere digitali,
come aberrazioni cromatiche o disturbi da ISO troppo alti.

Innumerevoli aggiustamenti ai colori permettono di ottenere senza sforzo i
risultati desiderati in modo creativo e ci sono potenti strumenti di ritaglio,
rotazione, correzione di spot e occhi rossi. Ogni modifica prevede l’anteprima
in tempo reale del risultato e l’applicazione è istantanea anche
su portatili Centrino con processori a singolo core. Alcuni strumenti, come
l’applicazione di dominanti cromatiche, mostrano l’effetto al solo
passaggio del mouse.
Per applicare le stesse correzioni a più immagini si usa un metodo di
copia e incolla selettivo, che rappresenta l’uovo di colombo per semplificare
l’elaborazione in batch.

Obbiettivo centrato, provate la trial sul nostro
DVD

Completano il quadro una cabina di regia per veloci slideshow che permette la
regolazione rapida dei principali parametri e l’esportazione in PDF, una
intuitiva gestione delle stampe e un elegante strumento per creare archivi web
di fotografie in Html e in Flash. Per capire la formula innovativa di Lightroom
vi consigliamo di provare la versione trial, limitata solo nel tempo, 30 giorni,
presente sul DVD.

È come vorremmo fosse qualsiasi programma: completo ma non ridondante,
ergonomico e piacevole da usare, veloce e potente. Per questo vince, seppur
di poco, il confronto con Aperture, che offre qualche strumento in più
ma non è così leggero e pratico e costa 319 euro contro i 208
di Lightroom.

Utilizzo consigliato
Nasce per i professionisti, ma è perfetto per tutti gli appassionati
di fotografia che vogliono gestire nel modo migliore il proprio archivio di
immagini digitali

Pro
– Interfaccia innovativa e ergonomica
– Leggerezza e velocità
– Compatibilità con 140 Raw
– Struttura espandibile a plugin

Contro
– Non disponibile in italiano

Caratteristiche tecniche
Produttore:

Adobe
Programma: Photoshop Lightroom
Sistemi operativi: Windows XP SP2; Mac OS X
Prezzo: 208,80 euro Iva inclusa

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