Il test dell’HP iPAQ hx2750

Il PDA dispone di lettore di impronte digitali per una maggiore sicurezza d’accesso. Integrate le connessioni Bluetooth e Wi-Fi

dicembre 2005 La gamma di modelli Pocket PC sul mercato sembra
essersi polarizzata secondo i principali profili d’uso tipici, il
che spesso impone qualche rinuncia a chi cerca una macchina molto versatile.

Chi fa uso del proprio palmare soprattutto come terminale per l’accesso
a Internet ed e-mail sotto copertura di hot spot Wi-Fi (in luoghi pubblici,
in ufficio, in ambito residenziale) cerca modelli non solo dotati di supporto
integrato per LAN wireless, ma anche di una batteria rimovibile a lunga
durata, magari sostituibile con una a maggiore capacità, nonché
uno schermo ampio e utilizzabile anche in orizzontale, per migliorare
la fruibilità delle pagine Web.

Chi vede il palmare prevalentemente come un elemento del proprio sistema
di navigazione satellitare per auto cercherà modelli dotati di
Bluetooth, magari con un processore potente per avere tempi di risposta
veloci e almeno uno slot di espansione per aumentare la quantità
di memoria non volatile a disposizione.

Chi fa uso del palmare in viaggio, per lavoro, ed è solito immagazzinarvi
dati sensibili, è interessato a software crittografici ed a sistemi
di controllo d’accesso che proteggano efficacemente le informazioni
in caso di smarrimento o furto del dispositivo. Inoltre preferirà
modelli dalla scocca robusta, con buona protezione contro gli urti, ma
senza ingombri eccessivi.

Questo modello della gamma iPAQ, l’hx2750, sembra progettato per
abolire i compromessi. Monta un processore estremamente potente –
l’Intel PXA270 a 624 MHz – abbinato a 128 MB di RAM e 128
MB di flash memory incorporata

Integra inoltre un minuscolo ma efficace lettore di impronte digitali,
per aumentare al tempo stesso la sicurezza dei dati e la facilità
d’accesso, e un doppio slot d’espansione (un SDIO e un CF
Type II), il che consente di montare contemporaneamente un’espansione
di flash e una periferica su scheda CF, come un lettore di codice a barre,
un ricevitore GPS o un Microdrive da 4 GB e più.

La batteria standard al litio, rimovibile, ha già una capacità
di ben 1440 mAh, ma esiste anche un modello esteso da 2880 mAh. Grazie
a Windows Mobile 2003, lo schermo può essere utilizzato anche in
modalità orizzontale.

Eccellente la connettività wireless, che offre sia Bluetooth sia
Wi-Fi 802.11b, senza antenne sporgenti. E a proposito di ingombri, la
cassa del dispositivo è solida e compatta, con bordi antiscivolo
in gomma. Un vero e proprio concentrato di funzioni e tecnologia.

Praticamente mancano solo la risoluzione full VGA sul display, l’integrazione
delle funzioni GPS e telefoniche e magari una fotocamera. Ma non se ne
sente troppo la mancanza.

Connessione wireless
Come abbiamo ricordato, l’hx2750 offre sia Bluetooth sia Wi-Fi.
Entrambe le tecnologie wireless operano sui 2.4 GHz, con un’unica
antenna (peraltro invisibile perché integrata nel corpo del palmare)
e anche il software di gestione, proprietario HP, è unificato.

Dalla comoda interfaccia grafica iPAQ Wireless (figura 1), fra l’altro
corredata da un help chiaro e completo, si controlla l’attivazione
o disattivazione di entrambe le sezioni, nonché la configurazione
specifica: per Wi-Fi, la protezione WEP e le opzioni WLAN; per Bluetooth,
i servizi esportati e i collegamenti ai dispositivi raggiungibili.

Da segnalare l’ottima resa prestazionale dell’interfaccia
wireless, capace di un throughput elevato e soprattutto stabile.

L’utilizzo dell’interfaccia wireless del dispositivo aumenta
considerevolmente l’assorbimento elettrico riducendo l’autonomia
operativa, che si mantiene tuttavia su buoni livelli grazie alla batteria
ben dimensionata.

Lettore di impronte digitali
Il lettore di impronte digitali è perfettamente integrato sul frontale
del palmare, tanto che nell’uso non se ne nota la presenza e le
dimensioni complessive non ne risentono negativamente.

Rispetto all’implementazione presente, ad esempio, sul vecchio
iPAQ 5550, qui il training è molto più veloce, anche se
ciò sembra essere andato a scapito dell’accuratezza di riconoscimento,
dato che nelle nostre prove i falsi negativi sono stati frequenti, costringendo
a ripetere più volte il training.

Se per qualsiasi motivo alla riaccensione l’impronta non viene
riconosciuta per tre volte consecutive, si passa all’eventuale metodo
alternativo (per es. PIN) ma successivamente si è costretti a ripetere
il training del lettore.

continua…

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