Il terzo trimestre di Sco

Il bilancio del terzo quarter dell’ex Caldera in un anno è sceso da 18,9 milioni di dollari a 15,4 milioni di dollari. Ma grazie alle operazioni di riduzione dei costi, la società è riuscita a portare le perdite da 18,8 milioni di dollari a 4,5 milioni di dollari.

29 agosto 2002 Sono passato solo alcuni giorni da quando è nato Sco
Group e già rende pubblico il suo primo bilancio trimestrale. In realtà si
tratta del resoconto delle attività di Caldera International che si sono chiuse
lo scorso 31 luglio, resoconto per altro non molto incoraggiante per una
“start-up”. All’inizio della propria attività, Sco Group si trova infatti già a
dover fronteggiare una perdita netta di 4,5 milioni di dollari a fronte di un
fatturato di 15,4 milioni di dollari. Rispetto al medesimo periodo dello scorso
hanno, la società ha visto una diminuzione del giro d’affari del 18% (nel Q3
2001 è stato di 18,9 milioni di dollari), tuttavia c’è stata anche una notevole
diminuzione delle perdite, che nel terzo trimestre del precedente anno fiscale
avevano raggiunto i 18,8 milioni di dollari.


In pratica, si cominciano a vedere gli effetti delle operazioni avviate al
fine di ridurre le spese succedute all’acquisizione delle attività inerenti i
server Unix e i servizi di Santa Cruz Operation, acquisizione avvenuta nel
maggio del 2001. In tal senso, il presidente e Ceo di Sco Group Darl McBride ha
voluto sottolineare che nel terzo trimestre dell’attuale anno fiscale l’azienda
ha ridotto i suoi costi operativi a livello mondiale del 6% e ha portato il
margine lordo dal 65% al 74%. McBride ha fatto inoltre notare che, dalla
chiusura dell’acquisizione, sono stai ridotti i costi operativi di oltre 8
milioni di dollari.


Ma ora si deve guardare avanti e pensare all’ultimo trimestre dell’anno
fiscale 2002. Attualmente, le previsioni indicano il raggiungimento di un
fatturato compreso tra i 14 e i 16 milioni di dollari, il che si tradurrebbe a
un giro d’affari globale sui 12 mesi oscillante tra i 63 e i 65 milioni di
dollari. Si tratta quindi di una previsione leggermente più positiva rispetto
all’intervallo 60-64 milioni atteso in precedenza.

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