Il software sotto i riflettori dello storage

Secondo una stima di Idc la domanda di capacità è destinata quest’anno a raddoppiare, per raggiungere la quota 140 Pb.

10 giugno 2003 La richiesta di spazi di archiviazione in Europa occidentale è destinata a raggiungere quota 140 petabyte (Pb) già antro quest’anno, raddoppiando il pur ragguardevole volume di 60 Pb di dati generati nel 2002. In questo contesto, dicono gli analisti di mercato, il fattore determinante è rappresentato dal software di gestione in grado di tener testa a questo tipo di espansione.

La crescita in questa geografia locale, sostiene John McArthur, vice presidente di Idc, supera di gran lunga il trend su scala mondiale, pari attualmente al 50% di crescita ed esercita una certa pressione sui responsabili It aziendali, tenuti a dimostrare di essere sempre in grado di ottimizzare le risorse di cui dispongono. Secondo McArthur, «una certa lungimiranza nel progetto, l’implementazione e i processi contribuisce a ridurre in misura sensibile il carico gestionale».

L’esperto invita i responsabili delle reti aziendali che affrontano le fasi di progettazione delle loro storage area networks (San) a intervenire sulle modalità con cui controllano e spostano le informazioni attraverso le soluzioni software gestionali, e ad analizzare in seguito i fabbisogni in termi di hardware e infrastrutture. Il focus sul management diventa fondamentale nel momento in cui non basta più semplicemente acquistare un disco rigido aggiuntivo. Una strategia può essere quella dell’adozione di soluzioni di storage “mixed media”, con diverse tipologie di supporti, riservando i dischi online alle informazioni più importanti. Dal canto loro, conclude McArthur, i vendor devono puntare tutto sulla interoperabilità ed escogitare strumenti capaci di automatizzare le procedure gestionali più onerose e di aiutare gli utenti a sfruttare al massimo i livelli di capacità di cui dispongono.

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