Il sistema Milano in prima linea nella tutela contro il falso

Nella Giornata Nazionale Anticontraffazione promossa da Confindustria, Assolombarda si interroga sulle azioni da intraprendere anche in vista dell’Expo 2015.

Lede i diritti di proprietà intellettuale, comporta una concorrenza sleale basata sui minori costi di produzione e sull’evasione fiscale, mette a rischio la salute dei consumatori mentre sfrutta i lavoratori più deboli. Mai come nella Giornata Nazionale Anticontraffazione promossa da Confindustria con il patrocinio del ministero dello Sviluppo Economico, la logica del falso è parsa indebolire il legame fra produzione e territorio.

A sottolinearlo per prima è Assolombarda che, forte della collaborazione con il Centro Studi Anticontraffazione, si è interrogata sui trend riportati da Luigi Amato Molinari, consigliere della Camera di Commercio del capoluogo lombardo alle prese con l’Expo 2015 secondo cui, negli ultimi cinque anni, il numero di prodotti contraffatti sarebbe cresciuto del 25%. Un dato scoraggiante che, combinato con gli effetti della crisi economica, ha messo a rischio di chiusura circa 5.000 piccole e medie imprese.

Viene allora da chiedersi, e non solo a tutela dei 157 Paesi che troveranno spazio nell’esposizione universale che andrà in scena fra quattro anni e mezzo a Milano, quali siano gli strumenti operativi a tutela del made in Italy. A ricordarli nell’incontro organizzato dall’associazione delle imprese industriali e del terziario dell’area milanese, è il magistrato Nicola Cerrato.

Fondatore nel 1993 del Pool Anticontraffazione che, abolito nel 2001 «per miopia politica e manifesta incultura del fenomeno», è stato riattivato sei mesi fa, è lui a parlare della neonata legge 99 del 2009 «che, comprensiva del Dlg 231 del 2001, ha rafforzato in maniera esemplare la tutela dei diritti di proprietà industriale e intellettuale».

Dalla sua Cerrato vanta anche una virtuosa collaborazione con la Guardia di Finanza che, nei primi sei mesi di quest’anno, ha sequestrato nella Capitale degli Affari e nell’hinterland milanese, circa 15 milioni di articoli, «di cui due milioni contraffatti e il resto a rischio sicurezza, per un valore complessivo di circa 70 milioni di euro».

«A seguito delle 400 ispezioni effettuate nel medesimo periodo dai Nas – aggiunge il magistrato -, sono poi state sequestrate quasi 12 milioni di tonnellate di alimenti, per un valore di 600.000 euro». Peccato che in questa lotta impari Milano e poche altre città rappresentino un’eccezione e che, con le sue aste online fuori da qualsiasi controllo, Internet sia di indiscutibile ostacolo alle azioni anticontraffazione.

A confermarlo è Pietro Scott Jovane, amministratore delegato di Microsoft, in questo contesto ragionevolmente più interessato a parlare in qualità di impresa iscritta ad Assinform «che tutti i giorni ha a che fare con un mercato cinese dove il 97% del software è contraffatto». È lui a ribadire come l’Italia superi di ben 14 punti percentuali il tasso di applicazioni piratate che, nel resto d’Europa, è pari al 35%.

«Se nei prossimi cinque anni il nostro Paese riuscisse a ridurre del 10% il fenomeno in atto – afferma Jovane -, nel comparto Ict si creerebbero circa 6.500 posti di lavoro in più con un apporto al Pil di quasi 2,6 miliardi di euro e una crescita del 30% dell’intero settore, che è da sempre indice della competitività di ogni nazione».

Ma visto come vanno le cose in Italia, pur a fronte di un quadro normativo da più parti giudicato del tutto soddisfacente, appare evidente un’inadeguata applicazione delle norme vigenti. La speranza è allora quella che la volontà espressa a più voci di lavorare sul tema della contraffazione unendo le forze su più fronti non resti inascoltata.

Lo ha sostenuto Letizia Moratti in qualità di commissario straordinario Expo 2015 interessata alla tutela delle Pmi, lo hanno ribadito Alberto Meomartini e Michele Perini. L’uno in qualità di presidente di Assolombarda, l’altro di Fiera Milano, hanno sottolineato la necessità di «mettere da parte atteggiamenti di condiscendenza verso l’illegalità» programmando per l’anno prossimo azioni concrete che, partendo dalla scuola, portino dal basso una crescita culturare che ancora manca nel nostro Paese.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome