Il Saas? Insieme ai partner Microsoft

Il parere in proposito di uno sviluppatore italiano: il software come servizio è la chiave di volta per i clienti più dubbiosi che temono di affidare i dati all’esterno

Le piccole e medie aziende italiane hanno paura di affidare i propri dati a una struttura esterna. Secondo Gianni Cavazza, amministratore delegato di Innovatech e vice presidente dell’associazione dei partner Microsoft, l’Italia non è ancora pronta per il Saas (Software as a service), anche se il nostro Paese sarebbe la base ideale per questo tipo di implementazioni, vista l’estrema frammentarietà del mercato. In ogni caso Innovatech ci ha creduto partendo dalla modalità di outsourcing on site: «Abbiamo due aziende medio grandi alle quali forniamo risorse It in modalità continua – spiega Cavazza -. Le due realtà hanno mantenuto un responsabile interno, che garantisce l’indipendenza delle scelte e la conoscenza delle dinamiche aziendali, ma si affidano ai nostri sistemisti, tecnici di help desk e, in qualche caso, sviluppatori. Il risparmio riguarda l’elasticità e i costi indotti relativi al personale. Ovvero, al nostro cliente si garantisce la continuità del servizio e la gestione dei picchi di lavoro e si evitano fermi in caso di malattia o ferie delle risorse interne». E dei progetti di Microsoft in ambito Saas, presentati all’ultima partner conference di Boston e, comunque, non ancora disponibili in Italia, Innovatech condivide tutto: «Abbiamo una nostra soluzione di Sales force automation fruibile via Asp – prosegue Cavazza – alla quale si accosta bene la parte Crm delle soluzioni Dynamics di Microsoft».

Le modalità in cui sarà disponibile il Crm di Microsoft sono tre: la classica (acquisto delle licenze), hosting dal partner e hosting da Microsoft (Live). Tutte presentano opportunità. Nel secondo caso, nell’hosting via partner, sono ben gestiti i picchi, anche temporanei, ed è possibile aggiungere valore con personalizzazioni e integrazioni. Nelle opzioni Live dei prodotti di Microsoft, previste non prima del 2008, invece, i server in cui risiedono gli applicativi sono messi a disposizione da Microsoft stessa e in questo caso potrebbero esserci più vincoli sulle personalizzazioni, soprattutto sul lato dell’accesso ai server. Per quanto riguarda il modello di business, Microsoft non ha ancora reso note le informazioni, ma è prevedibile che il rivenditore acquisti da Microsoft gli applicativi riconoscendo al colosso statunitense una fee basata sul numero di clienti che hanno utilizzato la soluzione, indipendentemente dalle aziende a cui appartengono.
Secondo Cavazza: «L’affidabilità del nome Microsoft e la sua notorietà sarà decisamente da aiuto per far crescere il mercato delle applicazioni in affitto. Ed è anche possibile che assisteremo a nuove forme di collaborazione tra partner».

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