Il ruolo chiave dei Cio nel mercato dell’energia

Il binomio It-multiutilty pare confermarsi come modello di riferimento. La gestione intelligente dei sistemi informativi rappresenta, infatti, una delle leve principali per la trasformazione del comparto, a cui concorrono anche merger e acquisizioni. Q …

Il binomio It-multiutilty pare confermarsi come modello di riferimento. La gestione intelligente dei sistemi informativi rappresenta, infatti, una delle leve principali per la trasformazione del comparto, a cui concorrono anche merger e acquisizioni. Questo aspetto ha imposto lo sviluppo di una capacità di gestione del cambiamento, fatto di integrazione e strategie di sfruttamento dell’esistente, programmi di reingegnerizzazione e ottimizzazione delle infrastrutture, ma anche un ripensamento dell’offerta in una prospettiva più customer centrica. Da industriali, infatti, le utility si sono evolute a società commerciali e il sistema Ict si è dovuto adeguare, cambiando le linee di processo, ridisegnando Crm, Scm, asset management, business management e via dicendo.


L’utility intelligente, come emerso anche in un forum organizzato da Idc sul tema, rappresenta un flusso bi-direzionale di informazioni, oltre che di energia, che attraversa tutta la catena del valore. Monitorando condizioni e performance di funzionamento è possibile amministrare in modo più efficiente ed efficace i sistemi. La rete elettrica deve essere dotata di sensori distribuiti che permettono di rilevare ogni tipo di informazione sulle dinamiche, sulle criticità, sui servizi ed essere in grado di gestire meglio la loro erogazione e la qualità dell’offerta. I dati raccolti lungo la filiera attraverso la Business intelligence vengono analizzati e interpretati, offrendo strumenti di supporto al business. La diversificazione delle fonti di approvvigionamento e la sostenibilità ambientale, stanno facendo cambiare gli scenari, per cui il flusso dell’energia da unidirezionale diventa multidirezionale. Ci sarà, dunque, un passaggio a una tipologia di controllo delocalizzato e coordinato che si sostituirà a quello centralizzato, con un’interazione con clienti «attivi» e l’It dovrà permettere una serie di servizi ad hoc come, per esempio, segnali di prezzo in real time. Ecco perché i player pensano a delle smart grid, in modo da consentire l’avviamento di una piattaforma tecnologica paneuropea che, radunando i 20 operatori delle principali utility, metta in sinergia centri di ricerca e industriali costituendo una sorta di energypedia.


«Da strumento di supporto l’It è diventato un’opportunità di business», ha affermato Oreste Galasso, Cio di Asm Brescia (public utility controllata dal comune lombardo) ammettendo che se da un lato i responsabili dei sistemi informativi sono entrati nella stanza dei bottoni, è anche vero che, dall’altro, le aspettative degli utenti spesso si rivelano elevate, con richieste che imporrebbero budget che non ci sono, visti i margini sempre più risicati. «Per le caratteristiche del mercato, ci si aspetta dall’It un salto di qualità, attraverso una sua integrazione nell’organizzazione e nei processi di business in tempo reale – ha detto Paolo Pogliano, Cio di Sorgenia, operatore privato del mercato energetico che investe su fonti rinnovabili -. Se, fino a qualche anno fa questa sinergia era impensabile, oggi ci sono le condizioni perché diventi uno standard». Il motto pare essere “se puoi misurare puoi governare” il che significa immaginare un’ulteriore evoluzione delle risorse Ict attraverso la creazione di gruppi di analisi e centri di eccellenza, capaci di interpretare la mole informativa generata dalla cresciuta automazione e capacità di rilevazione a supporto dei decisori aziendali. I meccanismi di misurazione, infatti, presidiano l’operatività dell’Ict, producendo informazioni che entrano in un nuovo circolo virtuoso del management. Dalla simulazione alla predittività, l’asset management, volto al bilanciamento ottimale del rischio e delle performance, sta diventando sempre più complesso e strategico.


«Distinguere tra informatica di processo e gestionale non ha più senso – ha esordito Carlo Bozzoli, responsabile It, divisione infrastrutture e reti Enel -. Oggi Ict e business sono realtà integrate e interdipendenti, finalizzate a gestire l’interazione con i clienti attraverso un aumento dell’intelligenza distribuita sulla rete». Che l’utility intenda quella elettrica non fa differenza, perché il modello parla di un’organizzazione produttiva strutturata per offrire servizi attraverso infrastrutture tecnologiche dotate di strumenti di gestione e di controllo che ribadiscono il ruolo centrale dell’informazione. La disponibilità, l’accuratezza e la tempestività dei dati, non solo aumentano la proattività dei servizi, ma consentono di definire nuove politiche di management a supporto della produttività aziendale. In pratica, gli energy manager sono Cio capaci di una visione aziendale che, transitando attraverso reti intelligenti, oltre al controllo del perimetro aziendale, gestiscono comandi e informazioni sull’esercizio, contribuendo alla pianificazione del business. Il Cio lascia, quindi, i panni dell’on demand manager per diventare un proposal solution and service manager.

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