Il Progetto Microcircuito attende al varco le banche

Entro il 2008 anche gli istituti di credito italiani, in ritardo rispetto a quanto già fatto dai paesi europei più industrializzati, dovranno adattare gli Atm alle nuove carte di credito. Con uno specialista del settore, Diebold, abbiamo analizzato tutte le problematiche It che ne derivano.

Una grossa rivoluzione sta per investire il mondo bancario italiano. Si tratta dell’arrivo delle carte a microchip, nello specifico il Progetto Emv, (acronimo di Europay, MasterCard, Visa) chiamato anche "Microcircuito" che vede l’Italia ultima nel programma d’implementazione dei nuovi Atm rispetto agli altri paesi europei più sviluppati. Questi, infatti, per la maggior parte si sono già adeguati alle nuove specifiche tecnologiche, mentre per il nostro Paese la scadenza è stata posticipata al 2008, per decisione dell’Abi, a causa degli alti investimenti necessari. Abbiamo approfondito il tema con Danilo Rivalta, regional manager e amministratore delegato della filiale nazionale di Diebold, una delle società direttamente coinvolte in questo processo internazionale. "Nel nostro Paese – afferma il manager – il settore ha avuto tanti anni di staticità e la maggior parte degli sportelli Atm è ancora basata sul sistema operativo Dos. La Spagna, per esempio, è molto più evoluta, ed è il primo paese in Europa per Atm installati: ne ha 60.000, seguita da Germania, Inghilterra, Francia e Italia con 37.000 Atm, la maggioranza dei quali sono tra i più vetusti d’Europa, per cui rinnovare nel nostro Paese significa cambiare completamente almeno il 70% dei dispositivi installati".


In vista, quindi, dell’evoluzione tecnologica del mercato, Diebold ha portato una grande innovazione alle proprie macchine, realizzando la linea Opteva, che rappresenta un totale rifacimento dell’hardware, del software e dei servizi connessi.


"Per le banche il nuovo progetto Emv significa dover affrontare un grosso impegno dal punto di vista tecnologico nel sostituire gli attuali Atm – sottolinea Rivalta – perché essendo macchine basate sul vecchio Dos, dovranno rifare tutto il sistema informativo in un’ottica di ambiente di multicanalità integrata, Web oriented. Sarà un investimento elevato anche dal punto di vista del servizio, perché l’Atm non si deve mai fermare e dovrà essere dotato di maggiori servizi di sicurezza. Diebold ha basato la propria soluzione su Windows Xp Professional, con schermi da 15 pollici e con sicurezza aggiornata ai massimi livelli. Abbiamo riscritto completamente il nostro software, basato sul sistema proprietario che si chiama Agilis, che è standard e in particolare, sviluppa anche tutti gli aspetti applicativi, per ottenere due risultati: il primo è quello di avere soluzioni in ambiente Web, l’altro è quello di soddisfare le richieste degli istituti di credito, che cercano di avere un solo software per gestire un parco che sarà di più fornitori".

Multicanalità integrata


Di norma, infatti, il mondo bancario, per essere più competitivo non compra mai tutto da un solo fornitore, ma preferisce scegliere vari player per avere anche più potere contrattuale in fatto di prezzi. Tutto questo ha portato, nel corso degli anni, allo sviluppo di più tipi di software, corrispondenti al numero dei fornitori, e quindi a diverse gestioni separate. Oggi l’obiettivo è quello di avere un software multivendor e, soprattutto, di per poter sviluppare nuove applicazioni in ambiente di multicanalità integrata Web oriented.


"In Italia – afferma il manager – un esempio pratico di questa new wave, viene dalla Bnl, per la quale abbiamo sviluppato un software multivendor, dato da 4 fornitori diversi, che è piuttosto innovativo perché non è soltanto cash out ma è un "deposito intelligente". Infatti si chiede al self service di fare operazioni più evolute, come cash in, check in, cioè versamento di assegni, il pagamento di tutte le utenze, cercando di spostare le operazioni sullo sportello automatico e permettere allo sportello interno di effettuare nuove operazioni. Sono cose che già anni fa si volevano fare, ma mancava la tecnologia. Adesso si può, e dopo esperimenti avanzati, il processo comincia in tutti i primi 10 grandi istituti, comprese le Poste Italiane. Infatti, per il ramo BancoPosta la società investirà in modo significativo sullo sportello automatico e in 2 anni installerà in 4.600 Atm un lettore ottico per pagare le bollette. L’obiettivo è di arrivare a 7mila".


Secondo Rivalta in Italia Diebold è la prima nei servizi, con una quota di quasi il 50% di tutto il parco installato "un primato che ci viene anche dal fatto che nel 2002 abbiamo comprato una società, la Sersi, specializzata in servizi multivendor. Oggi offriamo servizi di monitoraggio molto evoluti, richiesti dalle banche, che devono essere compliant col sistema Faro, (Funzionamento Atm rilevato on line, ndr), che via telefonino o via Internet indica lo sportello automatico perfettamente funzionante più vicino al richiedente, ovunque si trovi e dice anche qual è lo sportello automatico della propria banca più facile da raggiungere. In futuro il nostro obiettivo è di aumentare l’impegno sullo sviluppo software. In Italia abbiamo a Bologna una divisione dedicata, dove lavorano 30 ricercatori, ai quali prevediamo di aggiungere altro personale, per portare avanti nei prossimi 4 anni i progetti di multicanalità. In passato questi progetti sono stati affidati ai costruttori, come Ibm, però adesso vogliamo diventare un solution provider di tutto quello che è il servizio bancario. Il nostro business nel software oggi è circa l’11% del fatturato, però vogliamo portarlo almeno al 25%".


Le banche, dunque, si devono preparare a investire nella multicanalità, non soltanto nell’aspetto del self service, ma anche nelle altre tre forme della banca retail, cioè la banca telefonica, la banca su Web e lo sportello tradizionale. Questi 4 canali, infatti, andranno integrati in un’unica applicazione.


"Un altro trend emergente – ci anticipa Rivalta – è quello di portare la tecnologia ai massimi livelli: Windows Xp Professional, schermi multimediali, tutto a colori. Così facendo, si aprono nuove frontiere, come mettere sull’Atm la pubblicità: per esempio uno spot video mirato al profilo del cliente, in apertura a ogni operazione. Questo potrà effettivamente succedere fra 4-5 anni, anche se in Spagna c’è già in 10.000 Atm. Da noi è stata avviata una sperimentazione in Bnl su 400 terminali. Questo sistema permette di effettare campagne mirate per zona territoriale o arco temporale".


Per quanto riguarda l’andamento della società nel 2005 in Italia, secondo il manager sarà più positivo del 2004 "perché la vendita della nuova linea Opteva sta portando i suoi frutti in quanto riteniamo che attualmente sia più avanti delle soluzioni della concorrenza".

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