Il nostro cellulare anche in aereo

Il disturbo all’elettronica dell’aeromobile, non dimostrato, può essere annullato con un intelligente accorgimento. Poi connettersi diventa semplice

2 marzo 2004 Per ottimizzare l’impiego delle batterie, ciascun
cellulare riduce la potenza di emissione nell’avvicinarsi ad una cella.
Inversamente, allontanandosene tende ad aumentare l’emissione. Quando
l’apparecchio è lasciato acceso in assenza di
rete
, com’è su un aeroplano, la potenza di trasmissione è
massima
(e tale è anche il consumo).
Tutti i cellulari lasciati
accesi in volo, che ricercano una stazione di collegamento introvabile, danno
quindi il massimo disturbo. E’ proprio il funzionamento alla massima potenza che
crea il rischio. In realtà se disturbassero il funzionamento degli aerei,
probabilmente le conseguenze sarebbero già state tabellate. In effetti a
tutt’oggi non ci sono prove non solo che incidenti siano stati causati in questo
modo, ma neanche di disturbi accertati e frequenti. Certo la sola ipotesi
basterebbe per impedirne l’accensione.
In realtà esiste
un’altra soluzione: dotare gli aerei di una cella Gsm a bassa
potenza

. In questo modo tutti gli apparecchi lasciati accesi funzionerebbero al minimo della potenza, con una sicurezza globale misurabile e di molto maggiore di quella attuale.
A questo punto i
telefoni non comunicano con la rete terrestre, per la quale esistono due
soluzioni: usare la banda satellitare di comunicazione degli aerei oppure
affidarsi a soluzioni commerciali. In entrambi i casi ci sono vantaggi e
svantaggi, ma la soluzione esiste.

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