Il networking verso le applicazioni

Gartner suggerisce ai Cio di abbandonare l’approccio a compartimenti stagni: da una parte lo staff delle reti, dall’altra quello dei servizi applicativi

Secondo Gartner, la convergenza sarà il driver principale per gli investimenti in enterprise networking dei prossimi tre anni. Non solo voce su IP, ma anche video, per esempio per l’e-learning, il Webcast, la videoconferenza (anche da una stanza all’altra) e per la videosorveglianza. Una terza area applicativa che concorrerà ad aumentare la “fame di banda” nelle aziende è chiamata machine-to-machine, e riguarda soprattutto realtà industriali: collegamento fra sensori, videocamere, apparati di test e via dicendo.


Cresce l’outsourcing


Descritto il quadro generale di riferimento, peraltro non nuovo, Gartner va ad analizzare il modo in cui i gruppi di lavoro dedicati al networking possono contribuire a incrementare il valore.


«Il business attuale – spiega Neil Rickard, vice president di Gartner Research – si traduce in importanti cambiamenti nelle reti aziendali. Il networking non sarà più limitato a voce e dati, su brevi e lunghe distanze. Sarà invece necessario adottare un ampio portafoglio di tecnologie, servizi e applicazioni». L’analista si riferisce a un contesto allargato che comprende anche reti “extrasite”, per consentire il collegamento utenti e aziende esterni e fornire loro servizi che poggiano sul network, sistemi wireless, applicazioni gestite attraverso data center esterni e sistemi di management più sofisticati.


«Tutto ciò – puntualizza Rickard – rappresenta un incremento massiccio del carico di lavoro, che gli addetti al networking stentano a sostenere. Il risultato è che molte aziende si rivolgono a fornitori esterni».


Un lavoro congiunto


Tipicamente, le organizzazioni It lavorano per compartimenti stagni. Chi si occupa di applicazioni non scambia informazioni con chi gestisce il networking.


«Quando il progetto è finito – riprende l’analista – ed emergono problemi di performance, il gruppo del networking in genere pensa ad aggiungere banda passante, mentre quello che si occupa di applicazioni guarda alla capacità dei server e potrebbe, alla fine, dover riscrivere il software. L’ideale sarebbe, invece, che lo staff del networking sia coinvolto nel progetto sin dall’inizio. I Cio dovrebbero portare avanti i progetti solo quando i responsabili di rete, server e applicativi sono d’accordo tra di loro».


Questo consentirebbe di introdurre in rete funzionalità utili allo scopo e di testare i nuovi servizi in ambienti che riflettono in modo preciso le condizioni reali dell’infrastruttura, in termini di banda, latenza e disponibilità. Ogni volta che emerge un problema di performance, si può così affrontarlo con un mix di misurazioni che riguardano sia la rete sia l’applicazione.


Inoltre, se lo staff del networking è coinvolto nei progetti applicativi, sarà in grado di comprenderne le esigenze e di adottare soluzioni che possano essere valide per un range più ampio di servizi.


Reti “application fluent”


L’obiettivo finale del percorso individuato da Gartner è quello di un’infrastruttura che l’analista chiama “application fluent”, per indicare che partecipa attivamente a rendere fruibile l’applicazione.


Ciò significa andare oltre il modello attuale, che prevede che la rete eroghi una differente qualità del servizio a seconda del tipo di servizio che supporta, una funzione necessaria, ma non più suffciente.


Le soluzioni emergenti che risultano utili in questo scenario (ne parliamo anche a pagina 17) si basano sull’analisi del traffico fino a livello 7 della pila OSI, quello delle applicazioni, per ottimizzarle.


Questi dispositivi forniscono utili indicazioni su cosa sta viaggiando nelle reti, sugli utenti e sui loro comportamenti, e consentono di implementare un’ampia gamma di nuove funzionalità.

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