Il mercato europeo dei server cresce e passa a Unix

“Aumentano del 4% le consegne di server in Europa. A incrementare le vendite sono soprattutto Compaq, Ibm, Dell e Sun; in calo, invece, Hp. Ma il fenomeno piu interessante e il continuo spostamento verso ambienti non-Microsoft.”

Nel terzo trimestre il numero di consegne di server per reti
aziendali e applicazioni Web è aumentato del quattro percento in
Europa, tornando in positivo dopo due successivi trimestri di
contrazione. I dati sono riportati in una ricerca Gartner Dataquest,
secondo cui la richiesta è passata da 256mila a 267mila macchine, a
conclusione di un semestre caratterizzato da una certa cautela da
parte dei responsabili acquisti, che hanno evidentemente ritenuto
opportuna una pausa di riflessione nel periodo immediatamente
successivo al problema Anno 2000. Certo, lo scarno 4% in più è
decisamente lontano dai tassi di crescita che nella prima metà del
1999 aveva raggiunto e superato la soglia del +30%. Geograficamente,
la ripresa appare leggermente superiore alla media in nazioni come la
Gran Bretagna, la Svizzera e i Paesi Nordici.
Per quanto riguarda le marche, Compaq è ancora al primo posto della
classifica continentale, con una quota di mercato del 32%, contro il
34% dello stesso periodo di un anno fa. Nel gruppo dei primi cinque,
solo Ibm, Dell e Sun Microsystems sono riusciti a mettere a segno un
incremento dei sistemi consegnati. La quota di mercato Ibm è
conseguentemente salita dal 18 al 19%, Dell dal 10 all’11% e Sun ha
addirittura raddoppiato la sua presenza sul mercato dal 4 all’8%. Il
numero tre europeo, Hewlett-Packard, ha perso un punto percentuale
scendendo al 13%. Dietro la crescita del 4% del mercato, il fenomeno
più interessante è lo spostamento verso gli ambienti non-Microsoft.
Invece dell’accoppiata Intel/Windows Nt, le aziende sembrano favorire
le piattaforme Risc/Unix, che non utilizzano sistemi operativi
Microsoft. Se il primo segmento è cresciuto di appena l’1%, quello
dei sistemi Linux, Solaris e altri dialetti Unix aumenta del 43%, la
stessa percentuale registrata nel secondo trimestre.

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