Il mercato delle reti guarda oltre la crisi cambiando scenario

In collaborazione con i nostri colleghi del Groupe Tests, proponiamo una fotografia ragionata del settore, che ha appena chiuso un periodo di regresso, ma anche di forti mutamenti nelle tecnologie e nel panorama degli operatori. La classifica è consultabile cliccando sul link a fondo pagina.

Con un giro d’affari complessivo di 62,8 miliardi di dollari accumulato nel 2002, l’attività delle prime 100 società del mondo delle reti ha chiuso l’ultimo anno (il fiscale compreso fra luglio 2002 e giugno 2003) con un regresso del 10,1%, percentuale tutto sommato contenuta, se si rapporta all’andamento complessivo dell’Information technology e , in particolare, del comparto Internet. Anche le cifre di bilancio delle imprese del settore hanno registrato un certo miglioramento, anche se i due terzi del totale rimangono in rosso. L’indagine sulle top 100 delle reti nel mondo, messa a punto dai nostri colleghi del Groupe Tests e di cui qui pubblichiamo un estratto (le top 30), ci consegna la fotografia di un settore ancora bloccato dall’incertezza, seppure con connotazioni di cambiamento di qualche significatività.


Si è ridotto, per esempio, il fenomeno del consolidamento. Qualche fusione c’è stata (Western Multiplex e Proxim), così come non sono mancate le acquisizioni (Linksys da parte di Cisco e Legato da parte di Emc, le più importanti), ma siamo ben lontani dai tempi delle operazioni concluse a suon di milioni o miliardi di dollari. Per converso, senza nemmeno troppo clamore, sono scomparse realtà come General Datacomm o Madge, altre sono uscite dal comparto (Psion Digital o Cs Telecom), altre ancora si sono radicalmente ristrutturate (Clarent e Nx Networks).


Al di là delle specifiche situazioni, la graduatoria finale mette ancora una volta in rilievo la leadership assoluta di Cisco, che tiene a distanza le rivali, nonostante un regresso del 15,2% del proprio giro d’affari. La supremazia si estende su tutta la catena delle reti dati, sia nei confronti dei costruttori che degli operatori. Pur a debita distanza, Computer Associates e Hp si sono comportate bene, con una crescita a due cifre delle proprie attività nel settore. Fra le prime dieci, solo Intel e Lucent hanno fatto segnare un’effettiva contro-prestazione. La prima ha soprattutto disinvestito, mentre la seconda ha risentito delle difficoltà dei propri interlocutori di riferimento (Nortel, Siemens ed Ericsson. Alcatel, per converso, si è difesa, grazie alla forte presenza nell’Adsl. Sempre nelle top 10, da notare la relativa stabilità di Ibm (posizione simile alla fase precedente la cessione di molte attività a Cisco) e di Veritas. Di rilievo la prestazione di Symantec, cresciuta del 30%, a testimonianza del dinamismo del comparto della sicurezza. Altra azienda da segnalare è UtStarcom, uno specialista di banda larga ben posizionato nel campo di Ethernet su Adsl, che ha raggiunto il miliardo di dollari di fatturato e un utile netto di oltre 100 milioni di dollari.

Alti e bassi fra le Lan


Sul fronte delle reti locali, Novell rafforza il proprio recupero dopo due anni difficili, ma non riesce a uscire dal rosso, mentre 3Com, che per lungo tempo è stata un valore sicuro nell’universo delle reti, continua a veder fondere come neve al sole il proprio giro d’affari, ritrovandosi ai livelli del 1993 e avendo accumulato, in più, 1,8 miliardi di dollari di perdite negli ultimi tre esercizi. Ora occorrerà vedere se la partnership con Huawei potrà servire per trovare nuove prospettive, specie verso le reti d’impresa. Le situazioni più preoccupanti, peraltro, riguardano i fabbricanti di componenti, come Broadcom e Conexant, che hanno sofferto la contrazione della domanda dei carrier e hanno chiuso con perdite ben superiori al fatturato. Fra le prime venti, si segnala il crollo di Acterna (ex Dynatech), che ha perso metà del fatturato nel corso dell’ultimo esercizio e ora si trova in amministrazione controllata.


Ragionando in termini di tipologia di mercato, gli specialisti della sicurezza hanno ottenutio buoni risultati, eccezion fatta per NetScreen (che ha accresciuto le attività, ma rimane in perdita) e soprattutto di SonicWall. La situazione è parimenti contrastata nel campo dei modem tradizionali, dove Multitech ha segnato un piccolo progresso, mentre Zoom Telephonics e Olitec hanno perso velocità.

In ripresa la videoconferenza


Il fronte Dsl, che aveva già segnato il passo l’anno precedente, ha confermato la tendenza, come sottolineano i dati di Paradyne (che ha perso il 25%), Westell (l’unica non in perdita), Orckit e Globespan-Virata.


Si potrebbe auspicare che i risultati negativi degli specialisti Dsl possano essere compensati dalle prospettive della videoconferenza. Per lungo tempo, questa è stata presentata come una nicchia relativamente promettente. Ora, tenuto conto del rallentamento generale dell’economia, dei tagli alle spese e della paura di attentati, il mercato è tornato a farsi interessante. Dopo una fase di concentrazione (culminata con l’acquisizione di PictureTel da parte di Polycom) e di relativa incertezza, gli specialisti della videoconferenza hanno rialzato la testa. Proprio Polycom guida il plotoncino, con un progresso, nell’ultimo anno, del 20%, mentre Forgent Networks (ex Vtel) è cresciuta del 50% e l’italiana Aethra ha rafforzato la propria posizione. In direzione opposta, invece, va la voce su Ip, che non sta facendo la felicità degli specialisti. I pionieri di Volcaltec sono l’esempio più calzante, avendo fatto segnare una ulteriore regresso del 42,3% nel fatturato (centesima nella classifica generale), mentre Radvision è cresciuta in modo modesto. Riposizionata su VoIp e piattaforme d’accesso ad alta velocità, Net.com mostra un’ascesa più solida, ma siamo lontani dalle performance della metà degli anni 90, quando l’azienda primeggiava nei multiplexer. Altra azienda dal percorso contrastato è Proxim, reduce dalla fusione, nel marzo 2002, con Western Multiplex e, poi, dell’acquisizione delle attività wireless di Agere: queste operazioni hanno stimolato la crescita del fatturato (144,6 milioni di dollari), ma le perdite di 240 milioni di dollari appaiono ingenti. Ben posizionata sul Wi-Fi e le Wlan, Proxim sarà (con Symbol Technologies) un buon barometro dell’evoluzione di queste tecnologie.


Sempre al capitolo dei percorsi contrastati si ascrive Enterasys, che ha mostrato una certa crescita e una riduzione di perdite, ma non sembra in grado di compiere il salto di qualità decisivo. Nella stessa fascia di competenza, anche se più orientata verso le piccole e medie imprese, Allied Telesyn sta invece mantenendo meticolosamente il proprio tasso di crescita, ancora superiore al 20%.


Per quanto concerne i software di comunicazione, Attachmate sembra segnare pericolosamente il passo, mentre Hummingbird arretra per il secondo anno consecutivo. Anche NetManage, nonostante le passate acquisizioni di Ftp Software e Wall Data, non riesce a ritrovare la via della crescita. Più stabile l’andamento di Wrq, con una leggera erosione dle fatturato. La situazione è contrastata anche fra i produttori di software e switch per le San, con Brocade in linea di galleggiamento, McData che segna il passo e Cnt che migliora il fatturato, ma accresce anche le perdite.

Aethra unica italiana fra le 100


Fra le aziende con tendenza maggiormente positiva, quelle di Taiwan meritano una citazione particolare. In effetti, tre costruttori, ovvero D-Link, Accton e Zyxel, emergono piuttosto nettamente, potendo contare sulla forza competitiva messa in campo nelle schede di comunicazione e nei piccoli commutatori per reti d’impresa. Le aziende europee non hanno complessivamente brillato. L’Italia porta fra le prime 100 delle reti la sola Aethra, ottantatreesima con un fatturato di 69 milioni di dollari, ma con una crescita del 4,3%. Buone performance arrivano da altri attori di nicchia, come la tedesca Avm (specialista di Isdn e schede d’accesso Dsl), l’austriaca Topcall (messaging server) o la belga Telindus, la quale, a margine della propria attività di integratore, sviluppa in “casa” strumenti di interconnessione.


Nota conclusiva sul mercato del lavoro nel settore. L’occupazione ha subito un’ulteriore contrazione del 6,9%, soprattutto a causa delle aziende che operano esclusivamente nelle reti, ma l’emorragia appare in via di prosciugamento e non comunque comparabile a quella drammatica del confinante comparto dei carrier.

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