Il mercato delle printing si consolida in Italia. Avanza il colore

Contraddistinto da un trend positivo, misurato da Asso.It in un +4,4%, il comparto delle stampanti evidenzia la crescita delle laser da 21 a 30 ppm. Merito del calo dei prezzi, ma anche indice di una più elevata produttività in azienda all’insegna del distribute-and-print.

Che la carta debba restare ancora a lungo il mezzo preferito per la lettura sembra ormai assodato: un recente studio della società Cap Ventures assevera questa affermazione, almeno per l’orizzonte temporale dei prossimi vent’anni. Di certo, nell’era dell’informazione globale, il digital printing ha l’effetto di rendere più validi ed efficaci i documenti cartacei, come dimostra il ricorso sempre maggiore agli stampati per applicazioni che riflettono le nuove formule della comunicazione di business, e la richiesta generale di unità più veloci e capaci di maggiore produttività. La quantità di documenti cartacei che circola negli uffici è in costante aumento, pur rafforzandosi il ruolo, del tutto complementare, della distribuzione e della fruizione elettronica rispetto alla stampa.


Peraltro, le vendite di carta palesano tuttora una crescita lineare, piuttosto modesta rispetto all’esplosione delle informazioni causata dal Web. È questo lo scenario in cui si colloca il mercato delle stampanti, oggetto delle rilevazioni di Asso.It, le cui stime attestano globalmente una dinamica positiva. L’aumento registrato nel 2001 rispetto all’anno precedente è infatti pari al 4,4%, per un totale di 3.063.434 unità vendute. Da una parte le printer inkjet, una fetta pari al 79% del comparto, che vive quasi esclusivamente dell’utenza consumer, e dall’altra il segmento dei prodotti business, popolato da stampanti a impatto, destinate ad applicazioni di nicchia e in progressiva contrazione, e da unità laser che mettono a segno, complessivamente, il maggiore incremento (+8,3%), sfiorando i 485mila pezzi. Prezzi in calo e prestazioni elevate hanno favorito in primis l’exploit delle laser a colori: in aumento del 13%, vedono l’imporsi delle unità single step, più flessibili e facili da gestire. "Dall’analisi dei sottosegmenti – dice Enrico Barboglio, direttore di AssoIt – emerge in particolare la formidabile crescita delle laser monocromatiche da 21 a 30 ppm, le cui vendite sono salite in un anno di oltre il 437% e, contemporaneamente, il boom delle omologhe unità da 45 a 64 ppm, che hanno moltiplicato i propri numeri di ben 40 volte, passando da 55 a 2.208 unità".


Flettono, invece, e in misura assai netta (fino al -98%), i modelli sotto le 10 pagine/minuto, a riprova di un nuovo corso. "Il concetto del distribute-and-print ha ormai preso piede, correggendo quell’anomalia riscontrata nel solo mercato italiano, finora contraddistinto da una percentuale abnorme di stampanti da scrivania", spiega Barbolgio. Ha inciso il calo dei prezzi delle laser di fascia media e alta, ma ne è derivata una più elevata produttività in azienda, concentrata su unità che promettono affidabilità e prestazioni superiori. A ciò va poi sommato l’effetto della sostanziale evoluzione dei driver di stampa che offrono una flessibilità prima negata. "Prova ne sia – aggiunge Barboglio – il sorpasso compiuto dalle laser a danno delle copier connesse in rete. Queste ultime, di norma impiegate in azienda come stampanti digitali di media produzione, stanno perdendo il loro appeal, già basato sulla versatilità, a fronte della rapida evoluzione funzionale delle printer, segnatamente nel segmento da 21 a 30 ppm".

Molti vendor puntano sugli alti volumi


Se il trend del venduto delle copier digitali monocromatiche risulta nel complesso positivo, va anche detto che i vendor mostrano l’intenzione di smarcarsi dal settore, per puntare sui segmenti a maggior valore aggiunto dell’high volume. "In effetti – conferma Barboglio – nel segmento delle macchine monocromatiche da 65 a 99 ipm (impression per minute, ndr) si registra l’ingresso di nuovi player quali Ricoh, Nrg, Lanier e Minolta, già tradizionali fornitori di copiatrici". Se è vero che il loro target non è il mercato delle arti grafiche, ciò significa che la produzione in quantità di manualetti, booklet e altro materiale in b/n sta velocemente facendo breccia nelle aziende. "L’high volume, che ha come sbocco il print-for-profit e il production printing – spiega il direttore di Asso.It – si giova sia dell’ampliamento dell’offerta nella fascia da 65 a 99 ipm, sia della continua crescita delle capacità produttiva, come dimostra il +47% messo a segno dal comparto nel suo complesso". Privilegiando peraltro la flessibilità delle unità a foglio singolo. Ciò appare evidente nel colore, con queste printer in sostanziale progresso (+57%), contrapposto al netto calo (-65%) delle omologhe a bobina.

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