Il mercato dell’e-learning sembra estraneo alla crisi della formazione

In un periodo in cui le aziende italiane stanno tagliando i budget e quindi, secondo gli analisti, riducono anche le spese per formare i propri dipendenti, emerge in controtendenza la crescita dell’e-learning (+136,4%), stimata dall’Osservatorio Anee/Assinform.

La terza edizione dell’Osservatorio sull’e-learning, condotta da Anee/Assinform (in collaborazione con il Cnipa) in Italia evidenzia ancora un forte trend di crescita per il settore, nonostante da più parti si osservi che la spesa per la formazione sia in realtà in calo, perché è una delle prime voci di spesa che le aziende tagliano quando sono in crisi, come in questi ultimi anni.


Per il 2003, secondo l’Osservatorio, gli investimenti in e-learning (nel suo complesso fatto di contenuti, tecnologie e consulenza) sono aumentati del 136,4% rispetto al 2002, avendo realizzato 256,3 milioni di euro di fatturato (l’8,2% del totale per la formazione), mentre per l’anno in corso è previsto un rallentamento che però pur sempre dovrebbe portare l’e-learning a crescere del 67,3% e a quota 428,8 milioni. Per rilevare i dati, l’Osservatorio si è basato su un campione composto da: 920 aziende di ogni dimensione (poi approfondito su 487), 25 Amministrazioni centrali, tutte le regioni, 56 province, 20 capoluoghi e 27 comuni, oltre a 35 università delle 77 presenti nel territorio italiano. Analizzando sotto vari aspetti il valore complessivo dei 256,3 milioni del mercato e-learning, l’Osservatorio evidenzia come la voce maggiore sia quella rappresentata dai contenuti, con 102,5 milioni, (che dovrebbero salire a 175 nel 2004), seguiti dai servizi (54,3 milioni), dalla tecnologia (53,3 milioni) e infine dalla consulenza (46,1 milioni). Lo stesso valore distinto tra formazione interna (cioè quella fatta dalle grandi aziende in modo captive) ed esterna, vede quest’ultima pesare per il 69,6%, pari a 178,4 milioni, che dovrebbero salire a 309,6 milioni nel 2004 (+73,5%) contro i 119,2 milioni del mercato interno (+53%).


Sul fronte dell’offerta, invece, si osserva che le aziende più grandi si accaparrano la fetta più grossa dell’intero mercato (63,3%), e sono anche le uniche a crescere, mentre più sofferenti sono le medie aziende fornitrici (23,1%) e le piccole (13,6%), che hanno visto ridurre i loro introiti. Riguardo, invece, agli utenti, le aziende sono quelle che maggiormente utilizzano l’e-learning (82,5%) e contribuiscono con 211,3 milioni, seguite dalle università (8,4%), dai clienti end user (4%), dalla Pa (3,9%) e dalla scuola (1,2%). Delle 920 aziende contattate in prima istanza, il 42,9% ha già effettuato (o ha in corso) progetti di e-learning, anche se si ha la sensazione che alcuni si riferiscano alla più tradizionale Fad (Formazione a distanza). Delle restanti 525, che non hanno ancora esperienze avviate, il 7,2% ha in programma di avviarle entro il 2004 mentre il 19,6% ritiene possibile considerare di farlo entro il prossimo biennio. Le persone che in azienda maggiormente hanno utilizzato nel 2003 questa modalità di formazione sono stati i tecnici/operativi (37%), seguiti dagli impiegati (32,%), quadri (16%) e dirigenti (15%). Tutti, comunque, sono d’accordo che un progetto di e-learning non ha possibilità di successo se non c’è un deciso commitment da parte del top management aziendale ad avviarlo.

Modalità d’erogazione


Per quanto riguarda la modalità di erogazione della formazione, quella online risulta al primo posto nelle preferenze (81,7%) superando l’aula (79,6%), ma tale valutazione poi non si traduce in pratica, in quanto attualmente quest’ultima continua a essere la più usata (91,5% contro il 30,2% dell’e-learning). Secondo le previsioni dell’Osservatorio, tuttavia il gap dovrebbe entro breve ridursi e capovolgersi, in quanto le prospettive dall’aula tendono a scendere al 75,1% e quelle per l’e-learning salire all’83,1%.


Un altro importante fronte di utenza per l’e-learning è quello della Pubblica amministrazione la cui diffusione dipende, secondo l’Osservatorio da tre fattori: adeguato sostegno normativo e volontà politica; dotazione tecnologica e cultura informatica; propensione al cambiamento. La ricerca ha evidenziato che il mercato dell’e-learning nella Pa è ancora in una fase iniziale, in quanto i valori spesi sono ancora lontani dalle previsioni del 30% sul totale dell’investimento in formazione, indicato dalle linee guida del ministro Lucio Stanca. Le università, invece, hanno un approccio molto proattivo verso l’e-learning, in quanto è cresciuto il numero di realtà che stanno facendo leva sull’e-learning per aprirsi sul territorio, verso le imprese e gli enti pubblici. È, infatti, cresciuta la percentuale di università che offrono percorsi di e-learning puro o blended.

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