Il mercato del lavoro è in ripresa. Parola di Unioncamere

Aumenta l’incidenza dei contratti di lavoro alle dipendenze e, all’interno di essi, si nota un lieve recupero dei contratti a tempo indeterminato rispetto a quelli a termine. Ma il contesto si mantiene comunque negativo, data la perdita di 250mila posti di lavoro complessivi.

Aumento dell’incidenza dei contratti di lavoro alle dipendenze e, all’interno di essi, lieve recupero dei contratti a tempo indeterminato rispetto a quelli a termine; incremento dei contratti interinali nell’industria.
Sono queste le prime avvisaglie di
una
possibile inversione di tendenza dell’andamento dell’occupazione nell’arco del 2013 rilevate dal Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, che ha confrontato i programmi di assunzione delle imprese dell’industria e dei servizi
nell’arco di
quest’anno con quelli formulati nel 2012.

Il tutto  sta avvenendo in un contesto che si mantiene comunque
negativo, data la perdita di 250mila posti di lavoro complessivi che emerge dal
bilancio tra entrate ed uscite previste e la consistente riduzione della
domanda di lavoro da parte delle imprese (112mila le entrate programmate in

La contrazione della domanda di lavoro da parte delle imprese dell’industria e dei servizi tra il 2012 e il 2013 interessa tutte le grandi tipologie contrattuali. In valore assoluto, il calo
maggiore si dovrebbe registrare nelle assunzioni stagionali e non stagionali
(563.400 quest’anno, 67.900 in meno rispetto al 2012), mentre i contratti “atipici” (tra cui ricadono interinali, co.co.pro. e altri lavoratori non alle dipendenze) dovrebbero essere 44mila in
meno rispetto allo scorso anno
(per complessive 186.200 unità). In termini relativi, però, saranno soprattutto gli atipici a subire la contrazione maggiore rispetto all’anno passato (saranno il 19,1%
in
meno), mentre
le
assunzioni “dirette” (lavoratori alle dipendenze,
esclusi gli interinali) caleranno del -10,8%. Questa diversa articolazione delle entrate porterà i contratti stagionali e non stagionali a incidere di quasi due punti
percentuali in più sul totale delle assunzioni previste nel 2013.

La forte contrazione dei contratti atipici riguarda sia i contratti di collaborazione (65.700, il 29,1% in meno del 2012), sia quelli a partita Iva e occasionali (35.300, pari al -26,6%), mentre i contratti interinali sono la componente con la riduzione più contenuta (85.200 quelli previsti nel 2013, il 4,8% in meno del 2012). Tra le assunzioni dirette, variazioni non molto
diverse si
osservano infine
tra
stagionali (195.900, con una
riduzione
del 12,8%
rispetto all’anno scorso) e non stagionali (367.500, pari al -9,7%). Il confronto con lo scorso anno mostra quindi che la contrazione della domanda riguarda più le componenti “esterne” all’impresa, che non entrano cioè a far parte degli organici aziendali (unica eccezione, i
lavoratori interinali).

Questo orientamento si manifesta in misura diversa nell’industria e nei servizi. Nelle attività
industriali in senso stretto dall’indagine emerge un calo molto contenuto delle assunzioni
dirette
– dipendenti stagionali e non stagionali, escludendo i contratti interinali – (97.300, il 3,9% in meno del 2012) e una variazione addirittura positiva dei contratti di lavoro interinale (40mila, +10,7% rispetto allo scorso anno), che compensa la riduzione dei contratti di lavoro non dipendente (che saranno 14.400, -20% rispetto all’anno scorso), portando
in rialzo l’intero ammontare dei contratti atipici (+0,5%), in cui
confluiscono anche i contratti a progetto e gli altri contratti non alle dipendenze. L’aumento dei contratti interinali nel
settore industriale può essere considerato la “spia” di una inversione di tendenza delle
aspettative sui livelli produttivi e quindi sulla domanda di lavoro.

Nei servizi, le assunzioni dirette, pur accusando una contrazione non trascurabile (saranno 409.400, con un calo dell’11,8%
rispetto al 2012),
si riducono comunque in misura inferiore rispetto ai contratti atipici. Questi ultimi, che nel 2013 dovrebbero essere 118.300,
diminuiscono infatti del 22,7% al confronto con lo scorso anno (con una punta del -27,8% per
le collaborazioni a progetto).

I contratti che le imprese intendono applicare agli oltre 563mila lavoratori stagionali e non
stagionali di cui prevedono l’assunzione nel corso del 2013 saranno per il 32,7% contratti “stabili” (152.400, pari al 27,1%, quelli a tempo indeterminato; 32mila, pari al 5,7%, quelli di apprendistato) e per il restante 67,3% (pari a 378.900 unità) “a termine”.

Infine, la propensione ad assumere – e ad assumere con un contratto di lavoro “stabile” – è più spiccata tra le imprese esportatrici, tra quelle che hanno intenzione di procedere alla realizzazione di nuovi prodotti e servizi, innovando il processo produttivo e organizzativo o di investire in green economy, ossia in tecnologie eco-
sostenibili.

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