Il guazzabuglio legale del trading on line preoccupa l’Europa

Il Parlamento Europeo sta cercando il modo di ridurre il flusso di cause legali che accompagnano l’attuale fase di sviluppo del commercio elettronico fra diversi paesi. L’attuale Convenzione di Bruxelles consente a un consumatore di intraprendere azion …

Il Parlamento Europeo sta cercando il modo di ridurre il flusso di
cause legali che accompagnano l’attuale fase di sviluppo del
commercio elettronico fra diversi paesi. L’attuale Convenzione di
Bruxelles consente a un consumatore di intraprendere azioni legali
per dispute contrattuali nel proprio paese di residenza. Questo,
tuttavia, comporta un tortuoso processo legale per tutti coloro che
vendono in più nazioni, assoggettandoli di fatto alle legislazioni
(diverse fra loro) di tutti i paesi dell’Ue. Alcuni parlamentari
britannici avevano proposto un emendamento che tendeva a spostare le
eventuali dispute legali nel paese di appartenenza del venditore, che
avrebbe dovuto solo informare i propri clienti del fatto che essi
dovevano rispondere alla legislazione di un altro paese. La mozione è
stata respinta, ma la presidentessa della commissione sugli affari
legali del Parlamento si è impegnata a trovare una soluzione che
renda le dispute rapide ed economiche nel loro corso. Non esiste per
ora un provvedimento concreto, ma l’esponente dell’Ue ha sottolineato
che dovrà essere studiata una procedura guidata dal mercato e non
decisa in Commissione. L’idea è di avere un quadro legale di
riferimento, ma spingere al contempo verso una soluzione via
arbitrato o mediazione.

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