Il gruppo Vivendi sostiene Mannesmann contro Vodafone?

Secondo alcune fonti di stampa, l’operatore telefonico tedesco Mannesmann potrebbe fare appello ai francesi di Vivendi per contrastare l’Opa ostile lanciata dai britannici di Vodafone AirTouch. La voce è trapelata dopo che un portavoce del grupp …

Secondo alcune fonti di stampa, l’operatore telefonico tedesco Mannesmann
potrebbe fare appello ai francesi di Vivendi per contrastare l’Opa ostile
lanciata dai britannici di Vodafone AirTouch. La voce è trapelata dopo che
un portavoce del gruppo tedesco ha confermato lo svolgimento di un incontro
fra i presidenti delle due società, Klaus Esser e Jean-Marie Messier,
svoltosi il 31 dicembre scorso. Un link fra Mannesmann e Vivendi esiste gi
à
ed è rappresentato dalle quote possedute nel carrier francese Cegetel e ne
l
braccio mobile Sfr. Se Vodafone avesse successo nell’Opa, arriverebbe a
possedere il 35% di Cegetel, contro il 44% attualmente detenuto da Vivendi.
Inoltre, anche British Telecom possiede una quota del 26% e, dunque,
l’azienda assumerebbe all’improvviso colori un po’ troppo simili a quelli
della Union Jack. Così, Vivendi potrebbe cedere a Mannesmann la propria
quota, in cambio della possibilità di commercializzare un accesso a
Internet per gli abbonati di del carrier tedesco. Il colosso francese sta
perseguendo una strategia sempre più orientata verso le telecomunicazioni
e
i nuovi media. é tuttavia un po’ difficile pensare che le mosse
sopradescritte possano andare a buon fine, se non altro perché la
legislazione tedesca vieta ai bersagli di offerte ostili di effettuare
passi strategici durante il periodo dell’offerta stessa. Ricordiamo che a
Vivendi fa capo anche il gruppo editoriale Havas, proprietario di tutte le
testate del gruppo Agepe, del quale fa parte anche Linea Edp.
Mannesmann, intanto, ha fatto sapere che il giro d’affari per il 1999
dovrebbe attestarsi sopra i 23 miliardi di euro, con una crescita del 22%
rispetto all’anno precedente. Il salto sarebbe dovuto per due terzi alle
telecomunicazioni. Meglio ancora sono andate le cose per gli utili, che
aumenteranno probabilmente del 70% (prima delle imposte), arrivando a 2,2
miliardi di euro.

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