Il grande flop di Italia.it

Il progetto, presentato alla Bit, raccoglie solo critiche. Si va dal logo all’usabilità fino ai contenuti

“Grande successo del portale Italia.it presentato da Rutelli”. Involontariamente il titolo della notizia ospitata sul nuovo sito
del turismo italiano ha un effetto particolarmente divertente. Infatti basta
fare un veloce giro per la rete per capire come il portale costato fino a oggi
45 milioni di euro non sia piaciuto a nessuno. Il primo a raccogliere commenti
poco entusiasti è stato il marchio contro il quale è già partita una
petizione online da parte dell’Aiap, l’Associazione della
grafica italiana.


“Il progetto vincente, in definitiva, sembra non rispondere in nulla a quella qualità cui la cultura del progetto italiana aveva abituato nei decenni precedenti – recita la petizione dell’Associazione –. Il monogramma it, e la sua declinazione, mancano dei requisiti fondamentali (per storia, cultura, riferimenti tipografici, iconici, progettuali), per diventare memorabile e quindi usabile. È un segno senza storia e quindi è facile prevedere un suo pronto abbandono. Non varrà nemmeno la pena di ricordare che lo slogan scelto (L’Italia lascia il segno) è copiato pari pari da Spain marks e Portugal marks, campagne analoghe di sostegno al turismo dei paesi iberici”.


Ma a parte la grafica critiche severe sono arrivate anche
per quanto riguarda l’usabilità del sito, i tempi di caricamento delle pagine,
l’utilizzo della versione 4 dell’Html invece dell’Xml, la mancanza di
interattività, e altri “piccoli” particolari come la difficoltà se non l’impossibilità di caricare le pagine con browser alternativi all’Explorer di Microsoft. Il portale, che sembra frutto di un progetto pensato qualche anno
fa e non tiene conto delle novità della rete, è il protagonista di un blog

, mentre altri critiche si possono trovare a questo indirizzoe un intenso dibattito si è
scatenato anche su www.mlist.it, la mailling list frequentata dagli esperti del
marketing online.


Fra la stroncatura dell’Adiconsum, l’Associazione dei
consumatori, e chi afferma che il portale potrebbe favorire il phishing, forti
dubbi ci sono anche sui contenuti.
In Valle d’Aosta piatti
locali vengono spacciati come specialità regionali e Aosta è indicata come unica
provincia della regione che di province non ne possiede. Il Trentino
Alto Adige
, al quale sono assegnati piatti regionali un po’ bizzarri,
non sembra poi una regione particolarmente montagnosa visto che selezionando le
montagne la zona non è indicata.
D’altronde fra Trento e Bolzano ci sono solo le
Dolomiti
.

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