Il Googlefonino si ferma al consumer

Il punto debole del nuovo cellulare è la mancanza di applicazioni per il mondo business

Il Googlefonino guarda al consumer. Per ora il primo prodotto della Open handset alliance che utilizza il sistema operativo Open source Android, osserva il mondo business da lontano. Almeno fino a quando qualcuno non svilupperà una soluzione per la corporate email.


Una mancanza che piace a Microsoft. Scott Rockfeld, group product manager di Windows Mobile spiega con soddisfazione che “La nostra strategia è di fornire un telefono che vada bene per la vita. Il contrario di ciò che ha fatto Google. Il loro cellulare non supporta molte applicazioni di business, hanno ignorato un’intera area di applicazioni”. Come dire: se questa è la concorrenza stiamo tranquilli.


Aspettando che gli sviluppatori scatenino la loro fantasia e colmino la lacuna, G1, secondo gli esperti, è destinato ad arricchire la Web experience degli utilizzatori. Con l’i-Phone nel mirino.


La forte personalizzazione è il punto forte del cellulare di Mountain View che ha il suo punto debole nella mancanza della possibilità di sincronizzazione con Outlook e Microsoft Exchange (non è cosa da poco). E poi per puntare sul mercato consumer avrebbe bisogno di un’immagine migliore, di un marketing più aggressivo. Di essere trendy, giusto per utilizzare un termine in voga di questi tempi. Su questo Apple è imbattibile.


Il prezzo lo favorisce anche se bisogna vedere a quanto sarà piazzato in Europa. Si ricorrerà al solito cambio un dollaro un euro oppure i 179 dollari diventeranno, correttamente, 120 euro?


E poi quanto tempo ci vorrà per vedere le applicazioni del mondo degli sviluppatori? Quando saranno localizzate in italiano?


E ancora. Un conto è avere un solo prodotto in circolazione un altro è vedere arrivare sul mercato anche i cellulari basati su Android di Samsung o Motorola.


Domande alle quali ci vorrà del tempo per dare delle risposte. Per ora bisogna accontentarsi delle previsioni dei soliti analisti (in questo caso Strategy Analitics) che parlano del 4% del mercato americano entro fine anno.

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