Il giusto posto per prestazioni vecchie e nuove, a detta di chi le utilizza

A fronte della spinta dei vendor per promuovere le nuove SAN a 4 Gbit, il mercato reale presenta un quadro più cauto. Ciò vale soprattutto se si ha a che fare con le Pmi, a cui i moderni prodotti dichiarano di essere indirizzati. Alvise Mariuzzo, respo …

A fronte della spinta dei vendor per promuovere le nuove SAN a 4 Gbit, il mercato reale presenta un quadro più cauto. Ciò vale soprattutto se si ha a che fare con le Pmi, a cui i moderni prodotti dichiarano di essere indirizzati.


Alvise Mariuzzo, responsabile sistemi informativi di Sinetica (Pmi del nord est che opera nei mobili per ufficio), ha investito in una SAN a 2 Gbit, che, evidentemente, ritiene sufficiente per il lavoro presente e prossimo futuro. «IÈ necessario valutare quali applicazioni deve supportare la SAN, quali database, quanti dischi si hanno, quante testine – avverte il manager -. Non è possibile generalizzare e ogni percorso di scelta va contestualizzato». Ci sono comunque situazioni in cui l’interfaccia veloce può servire. «Probabilmente, chi si occupa di video ha salutato l’arrivo dei 4 Gbit come una manna – prosegue Mariuzzo -. Uno o due Gbit possono essere pochi dal lato del controller verso i dischi: se, per esempio, si hanno 30 o più dischi che condividono uno stesso canale». Secondo Mariuzzo, la maggiore giustificazioine per le SAN veloci è però la virtualizzazione. «Tutte le macchine fisiche che ospitano server virtuali utilizzano la stessa risorsa disco condivisa: in questa finiscono sia i dischi di dati che i dischi di sistema dei server virtuali, compreso lo swap. Ne consegue che molto facilmente un canale ad 1 Gbps verrà presto saturato. Si pensi a una topografia classica di una Pmi: un file server, un Exchange server, con almeno 3 dischi virtuali per sistema, db e log, un Db SQL server. I soli file dei dischi di sistema saturano il canale, se poi accendo tutte le macchine contemporaneamente…».


Se non si rientra in uno di questo casi, le “vecchie” prestazioni possono essere sufficienti. Semmai, Mariuzzo consiglia di considerare il parco dischi: se si pensa al parametro del seek time, è meglio dotarsi di più dischi e meno capienti.


Inaz, famosa per la gestione delle paghe, fornisce una conferma di quest’ultima valutazione. Da circa un anno, la società ha messo in piedi, con lo specialista Apc, un datacenter nella nuova sede milanese. Il suo compito è supportare la gestione interna e le attività legate alla fornitura di applicazioni in Asp. All’interno del Ced è presente una SAN, che attualmente viaggia a 1 Gbit. «Tenendo presente che, con budget illimitato, è sempre meglio dotarsi della tecnologia più performante, a noi 1 Gbit per ora basta e avanza – ci ha spiegato Stefano Savi, responsabile sistemi informativi della software house -. Semmai, la criticità sta nel numero e nella velocità di dischi».

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