Il giorno di Barcelona

La versione Quad-core di Amd Opteron promette maggiore efficienza energetica, l’ottimizzazione delle prestazioni di virtualizzazione e la totale protezione degli investimenti

Con il rilascio ufficiale del Quad-core Amd Opteron, noto con il nome in codice Barcelona, la società di Sunnyvale è pronta a mettere sul mercato quello che definisce il processore x86 più avanzato per i datacenter. A fine anno arriverà la versione per desktop, come annunciato: Phenom. In questo caso il nome non è in codice, ma definitivo. «L’utente dovrà analizzare, nella scelta tra l’uno e l’altro, il proprio business e i sistemi in cui il prodotto sarà integrato – spiega Giuseppe Amato, director technical marketing Amd Emea -. Oltre a disporre di quattro core distinti, i nuovi processori dispongono di una gestione intelligente della tensione di alimentazione in modo da distribuirla efficacemente tra i core e il memory controller. Il memory controller, infatti, lavora sempre ad alta intensità, mentre i core sono spesso in attesa di un’applicazione, quindi non hanno bisogno di alta tensione di alimentazione. È, quindi, uno spreco convogliare, come è avvenuto sinora, alta tensione su un core in attesa. L’utilizzo della Dynamic power supply consente, al contrario, di separare i due tipi di tensione, quella verso i core e quella verso il memory controller, così da ridurre gli sprechi».

In Amd hanno fatto calcoli sul risparmio che si potrebbe avere: ipotizzando il lavoro di 500 server per un anno, si passerebbe da una spesa per consumo di potenza di 284.000 dollari a 167.000 dollari. Il confronto è stato fatto sui dispositivi del diretto competitor. Amd promette anche un netto taglio delle emissioni di anidride carbonica.

La società sta giocando le proprie carte anche sul fronte prezzi. Listino alla mano, si parte dai 209 dollari per la configurazione da 1,7 GHz (per mille pezzi) da 55 Watt Acp average, ai 1.000 dollari per il top di gamma.

«Anche la scelta di dare dei valori di consumo medio è stata ragionata – spiega Amato -. Quello che interessa al cliente è avere dei parametri di utilizzo reale, non la potenza massima, che in pratica non usa quasi mai». Per facilitare la migrazione dalla piattaforma di prima generazione (dual core) a quella nuova, di seconda generazione, Amd ha pensato di realizzare le architetture con lo stesso criterio, sia a livello di calore generato, sia a livello meccanico, predisponendo schede madri già pronte a ricevere i quad-core. Migrazione facile e alta capacità di virtualizzazione si confermano, quindi, i punti forti dei nuovi microprocessori. «Quattro socket server con il Quad-core Opteron supportano il lavoro di 80 macchine virtuali – dice Alberto Macchi, Corporate vice president, sales and marketing Amd Emea -. Parallelamente, con partner e canali di distribuzione, stiamo creando un ecosistema di virtualizzazione, la risposta alla domanda di riduzione degli sprechi e taglio della spesa per quanto riguarda alimentazione e raffreddamento dei datacenter».

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