Il futuro di Windows è già scritto

Il responsabile delle piattaforme di Microsoft, Jim Allchin, ha tracciato le linee guida di Longhorn, l’Os server che verrà dopo Windows.Net 2003.

Windows.Net Server 2003 è appena arrivato in beta, e già in Microsoft si parla del prossimo sistema operativo server, che vedrà la luce, forse, a fine 2004, e che in codice è chiamato Longhorn.


A farlo è Jim Allchin in persona, cioè il responsabile delle piattaforme di Microsoft. Il cospetto è quello del DevCon di Seattle, cioè la conferenza per gli sviluppatori che, periodicamente, la società tiene in casa propria.


Allchin ha chiamato il popolo Microsoft a un volo pindarico: osare, buttare il cuore oltre l’ostacolo e immaginare un’architettura applicativa che possa durare “non 5, ma 10, 15, 20 anni”.


Ma cosa ci deve essere in un sistema operativo perché possa ambire a tanto? Innanzi tutto, secondo Allchin, comunanza con gli interessi dei clienti: basta sviluppare sistemi in vitro. Bisogna, invece, costruire qualcosa che serva veramente. Da qui il suo caldo invito a creare delle comunità di sviluppatori e utenti che sappiano dialogare sullo stesso tema.


A Microsoft, non rimane che tracciare le linee politiche di un sistema atto a durare a lungo, dopodiche’ le faccende esecutive, andranno discusse dalla comunità.


E le linee guida sono le stesse di Windows.Net Server 2003: sicurezza, storage, scalabilità, a partire dal supporto delle applicazioni a 64 bit.


Il campo della sicurezza degli Os è vasto. Microsoft ha fatto partire il progetto Palladium, per l’integrità della macchina fisica che ospita l’Os, e tale progetto è e sarà attuale anche per Longhorn, con temi quali la gestione dei diritti e i livelli di privacy.


Il sistema di storage che dovrà caratterizzare Longhorn, poi, godrà dei benefici di implementazione in Yukon, il nuovo database Sql a 64 bit, pronto in beta per l’inizio del prossimo, da cui erediterà le fondamenta tecnologiche, che, banalmente, consentiranno agli sviluppatori di creare le stored procedure in qualsiasi linguaggio e di portarle dentro il database. In altre parole, ciò significa totale apertura di qualsiasi base dati, soprattutto di quelle residenti sotto Unix.


Sul piano della gestibilità, poi, Longhorn dovrà godere di configurazioni automatiche, resilienza del server, componentizzazione delle strutture, servizi di monitorizzazione di tipo “smart”. In sostanza, con il futuribile Os Microsoft, Bios e firmware si aggiornerebbero da soli in maniera trasparente.


Il tutto sarebbe fatto a beneficio di una gestione di ambienti sempre più complessi, ibridi ed eterogenei, in cui l’automatizzazione, sicura, però, del maggior numero di funzioni, sarà la chiave di funzionamento.


Trasparenza delle funzionalità di aggiornamento e del conseguente trasporto dei dati cross-platform, fa rima, anche se può non sembrare a tutta prima, con Web service.


Jim Allchin, in merito ha dichiarato Microsoft “super-impegnata” nell’area dei Web service. Servizi per i quali la società sta lavorando in ottica di apertura: già con Windows.Net 2003 saranno integrabili nell’Os, nel senso che il sistema nascerà con i connettori aperti per far girare e interpretare i Web service (ovvero sta lavorando pesantemente sul fronte dello sviluppo della parte Xml del sistema).


Allo stesso modo, la prossima versione della propria piattaforma di collaboration, SharePoint 2.0, nascerà come parte di Windows.Net 2003. Dapprima, i servizi aggiuntivi di SharePoint (a metà del prossimo anno) saranno rilasciati come add-on, dopodiché saranno inclusi nell’Os (presumibilmente con un service pack, se nel frattempo il sistema sarà già uscito) e pronti e lavorare con le tecnologie Asp.Net, cioè quelle necessarie a creare applicazioni Web e servizi Xml sotto Windows.


E se a tutto aggiungiamo che fra i “must” del prossimo Os, Jim Allchin ha fissato anche i servizi Rtc (real time communications), e il supporto del protocollo Ipv6, abbiamo il quadro di un sistema operativo buono per far girare un mainframe.


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