Il futuro delle economie europee dipende dall’e-ID

Lo sostengono i vertici della Security Identity Alliance: le economie digitali potrebbero pesare fino a un terzo del PIL dei rispettivi paesi EU entro il 2020. Ma tutto dipende dalla pervasività della diffusione delle identità elettroniche (e-ID).

Le economie digitali dei paesi europei potrebbero rappresentare fino al 28% del PIL entro il 2020, ma questo risultato dipende dal successo che otterranno nel favorire la massiccia diffusione e supporto delle identità elettroniche (e-ID). A sostenerlo è la Secure Identity Alliance (SIA) che, nella figura del suo Presidente, Frederic Trojani, commenta: “Per liberare questo potenziale, deve essere stabilita una nuova fiducia, che si baserà in gran parte su come verranno gestite in futuro le identità elettroniche”.

I governi, fonte di fiducia nel mondo fisico, sono gli attori principali deputati a stabilire e infondere la fiducia nel mondo digitale, ha commentato Trojani. Il governo si trova a essere uno dei maggiori beneficiari di un programma di e-ID di successo, attraverso la riduzione dei costi di erogazione dei servizi e una maggiore efficienza nella riscossione delle imposte, si dice convinto l’esperto.

“Gli studi indicano che l’e-ID potrebbe portare benefici economici annuali per l’Europa nell’ordine di 330 miliardi di euro nel 2020, ma solo se adeguatamente gestita e supportata da parte di tutti”.

SIA nasce proprio per promuovere i vantaggi dell’e-ID, in particolare presso il target della Pubblica Amministrazione: istituita nel marzo 2013 da Gemalto, 3M, Morpho e Oberthur Technologies punta, in particolare, a migliorare la sicurezza e la pervasività dei servizi di e-government.

SIA ha individuato la privacy, la sicurezza, l’interoperabilità e la convenienza come i quattro principi guida più rilevanti per favorire la concreta diffusione di un maggior uso delle identità digitali, “ma la strada per raggiungere questi obiettivi è lunga e difficile. Ed ecco perché SIA si propone di organizzare un forum all’interno del quale possano essere progettate e realizzate azioni di sostegno collettive”, ha spiegato Trojani.

Gli studi dimostrano che, attualmente, solo il 15% delle iniziative di e-government si rivela un completo successo; il 50% raggiungere un successo solo parziale e il 30% viene abbandonato e mai attuato. “L’obiettivo principale del SIA – ha concluso – è di accelerare la transizione verso la creazione di sistemi di gestione intelligente delle identità elettroniche, per supportare la realizzazione di servizi di e-government aperti, interoperabili ed efficienti”.

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