Il futuro del management si gioca sulle transazioni business-to-business

La supervisione degli scambi fra imprese è la nuova frontiera che attende i fornitori dei framework, che saranno affiancati da altri protagonisti specializzati. I prodotti attuali cercano di valutare l’impatto dei malfunzionamenti sul business aziendale, ma raramente ci riescono

Con l’esplosione dell’e-business, la supervisione
deve estendersi al di là dei confini attuali. In passato, si riteneva che i
responsabili dei diversi dipartimenti tecnici avessero bisogno di strumenti
per controllare rapidamente la zona di competenza. Successivamente si è
affermata la necessità di una supervisione d’insieme e non solamente dei
componenti e della rete. Nacque, così, la nozione di framework: una suite di
prodotti in grado di fare tutto e di condividere gli stessi componenti
tecnologici, “inscatolati” nel medesimo contenitore logico. Ciò che cambia
oggi è la presa in conto degli obiettivi di business specifici dell’azienda,
che si traduce nell’impostazione di politiche ad hoc. In pratica, si creano
depositi di dati che raggruppano tutte le informazioni raccolte;
l’amministratore stabilisce, poi, le procedure e le soglie relative alle
specifiche esigenze.
Nonostante ciò, l’opinione di Gartner Group è che,
nella maggioranza dei casi, le console non indicano il guasto da trattare
con priorità nel momento di risolvere un malfunzionamento. Eppure, si
dovrebbe ragionare secondo l’impatto sull’attività dell’impresa e non
semplicemente trattare gli allarmi secondo un ordine cronologico. Il
valore aggiunto dello strumento, infatti, non risiede più nella raccolta
dell’informazione. L’obiettivo dovrebbe essere quello di fornire indicazioni
sulla qualità del servizio: chi compera prodotti di supervisione, tra
l’altro, ha un profilo professionale sempre meno tecnico.

La nuova sfida
Con il commercio
su Internet, una parte sempre più importante delle transazioni commerciali
si è dematerializzata e si effettua all’esterno dell’impresa. Che si tratti
di pagamenti elettronici, di ottenimento di crediti, di certificazione in
linea o di un acquisto in un marketplace, il numero di service provider e di
partner commerciali coinvolti aumenta vertiginosamente.
Come controllarli
tutti? E come giustificare i costi di questo controllo? Secondo Gartner, è
questa la nuova posta in palio nell’amministrazione delle applicazioni. Si
parla anche della gestione del rischio rispetto a una transazione. Il
rischio di indisponibilità, per esempio, è critico. E i fornitori di
strumenti di supervisione devono adottare un approccio di vendita in questo
senso. È facile prevedere che gli strumenti di supervisione tradizionale
continueranno a venire arricchiti di nuove funzionalità per adattarsi al
commercio su Internet. Ma, per controllare la globalità degli scambi sulla
rete, l’impresa dovrà installare degli agenti di supervisione sui sistemi
dei suoi partner o autorizzare i service provider a raccogliere informazioni
a nome dell’impresa.
Tutti questi compiti saranno presi in carico dai
sistemi tradizionali o specializzati nella correlazione degli eventi.
Tuttavia, ad eccezione dello standard Snmp, la maggior parte delle
piattaforme di supervisione possiede le proprie tecnologie di agenti da
installare nei sistemi da supervisionare, al fine di centralizzare la
risalita delle informazioni. Come conseguenza, alcuni analisti ritengono che
i fornitori attuali non riusciranno a imboccare la svolta della
supervisione delle transazioni commerciali tra le imprese. Saranno
indispensabili, come sostiene Forrester Research (vedi tabella), nuove
soluzioni, quali quelle proposte da Dun & Bradstreet o VeriSign.
Ma le
attuali piattaforme di supervisione non sono per questo condannate a
sparire.

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