Il fenomeno Dell ritorna normale

Dopo aver chiuso il proprio marketplace, ora arrivano voci che il big americano dei pc si appresti a licenziare qualche migliaio di persone. Tutto questo a ridosso della pubblicazione di risultati finanziari per la prima volta deludenti.

A breve distanza dall’annuncio della chiusura del marketplace aperto
solo pochi mesi prima, per Dell si prospetta un altro evento
negativo, del tutto insolito per la storia di un’azienda sin in grado
di percorrere la china di una crescita apparentemente inarrestabile.
Fonti finanziare d’Oltreoceano, infatti, hanno riferito della
possibilità che il paladino della vendita diretta si appresti a
licenziare dalle 3 alle 4mila persone dal proprio organico, nel
tentativo di ridurre all’incirca del 10% le proprie spese. I tagli
dovrebbero partire all’indomani dell’annuncio dei risultati di
bilancio (il prossimo 15 febbraio), già ufficialmente previsti al di
sotto delle previsioni, a causa di deludenti vendite, non risollevate
dalla decisione di praticare sconti o promozioni come la consegna
gratuita o l’offerta di stampanti in omaggio. Il costruttore ha
previsto utili fra i 18 e i 19 cent per azione, bel al di sotto dei
25 preventivati a inizio anno. Anche il fatturato dovrebbe restare di
qualche centinaio di milioni al di sotto degli 8,7 miliardi di
dollari stimati. Quest’ultimo dato rappresenterebbe comunque una
crescita del 26% circa, ma l’azienda è abituata a tassi superiori al
50%.
Secondo qualche analista, i tagli avverrebbero attraverso un rialzo
coatto dei singoli obiettivi di vendita e il successivo licenziamento
di chi non è stato in grado di adeguarsi. Attualmente, l’azienda
impiega oltre 36mila persone a tempo pieno, a livello mondiale.
L’adozione del metodo della vendita diretta, per telefono o via
Internet, già elimina fonti di spesa comuni per i produttori
informatici, per cui, a detta degli esperti, l’unico modo che ha Dell
per tagliare i costi è assottigliare l’organico. Così, l’azienda
spera di recuperare profittabilità, lasciando agli altri concorrenti
i dubbi su come gestire la rinnovata pressione sui prezzi.

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