Il decalogo secondo Maurizio Cuzari

Le linee guida sui cui lavorare per la rinascita del settore Ict

settembre 2008

A Ict Trade, ogni anno,
Maurizio Cuzari si ritaglia il
ruolo di ispiratore, lanciando
messaggi più o meno provocatori,
che finiscono per fare
da fil rouge per tutta la durata
dei lavori. Quest’anno, in
occasione della settima edizione
della manifestazione di
Ferrara, Cuzari ha scelto un
ruolo più programmatico,
raccogliendo una serie di
istanze (provenienti da mercato,
produttori, clienti e terze
parti) e trasformandole in
un decalogo che dovrà servire
da linea guida per la
community che costituisce il
mercato Ict in Italia.
Ecco, dunque, i dieci punti:

1 Finanziamento anche indiretto
alle grandi reti infrastrutturali
con Roi a 15-20
anni. «Non è sensato penalizzare
chi investe sapendo
che l’arco temporale per il
ritorno dell’investimento è
lungo
».

 2 Disegno e lancio delle
piattaforme nazionali di servizio.
«Significa lavorare su
infomobilità, salute, beni culturali,
ambiente e lavoro su
uno spettro ampio, senza
replicare le iniziative a livello
locale. È importante rendersi
conto che talune regole non
possono essere delegate
alle autonomie locali
».

3 Rottamazione delle applicazioni
e delle legacy.
«Perché rottamare solo
l’hardware? La rottamazione
degli applicativi consente di
modernizzare i processi,
mettendo fine a vincoli che
generano obsolescenza
».

4 Nearshoring all’italiana.
«Non si chiede sostegno
perché nascano nuove grandi
software house al Sud o al
Nord, ma che si inneschi un
sistema per valorizzare le intelligenze
che possono trasformarsi
in opportunità
».

5 Revisione dell’articolo 13
sull’in house. «Non sono favorevole
a una legislazione
che impedisce alle aziende
It pubbliche di andare sul
mercato. Concediamoglielo,
ma secondo logiche di efficienza.
Con questa legge
abbiamo imballato l’impresa
pubblica. Diamole un’opportunità,
chiedendo che giochi
secondo regole di mercato
».

6 Finanziamento dell’innovazione
tramite partecipazione
ai fondi dei venture
capital anche privati. «Nessun
sostegno a pioggia, ma
capacità e volontà di promuovere
e far crescere chi
davvero è innovativo
».

7 Sostegno all’internazionalizzazione
dell’Ict italiana.

8 Factoring del debito per
prodotti digitali della Pa.
«Darebbe al sistema fondi
da investire in innovazione
».

9 Razionalizzazione degli
interventi per combattere il
digital divide del III Millennio.
«Il mio invito è lavorare in una
logica di efficienza. Non ha
senso inventare di volta in
volta le stesse cose, su base
regionale, quando si può lavorare
su base nazionale
».

10 Ridisegno dei processi
all’insegna non della mobilità,
ma della liquidità. «Significa
essere più incisivi nei
processi di ottimizzazione e
gestione delle risorse, imparando
a scegliere dove e
come intervenire, in un’ottica
di sostenibilità
».

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