Il datore di lavoro non deve chiedere la password di Facebook

Il social network chiarisce il punto: chiedere la password ai candidati a un posto di lavoro è un illecito e come tale può essere sanzionato.

Nell’era dei social media diventano rilevanti questioni che sembravano risolte da tempo.
Ad esempio i confini tra la vita professionale e quella personale e il diritto dei datori di lavoro di indagare nel privato dei loro dipendenti.

Così, da Facebook e da gruppi di legali negli Stati Uniti arrivano inviti e raccomandazioni ai datori di lavoro, perché non richiedano ai candidati le password di accesso ai loro profili Facebook in fase di selezione di nuovi dipendenti e collaboratori.

La pratica sembrerebbe sempre più diffusa: le agenzie specializzate e i responsabili delle risorse umane cercando di trarre quante più indicazioni possibili sui profili dei candidati anche analizzando i loro comportamenti sui social network.

Così, per Facebook è arrivato il momento di mettere le cose in chiaro.
E alla fine della scorsa settimana è stata la stessa responsabile della privacy del social network, Erin Egan a dichiarare ufficialmente, con una nota su Facebook , che l’azienda potrebbe intraprendere azioni legali contro questa pratica.
Come utenti – si legge nella nota – non dovreste essere obbligati a condividere le vostre informazioni private solo per ottenere un lavoro. E come amici di altri utenti non dovreste avere timore che le vostre informazioni e comunicazioni private possano essere rivalate a qualcuino che non conoscete, solo perché un vostro contatto sta cercando lavoro. Per questo motivo consideriamo una violazione alla carta dei diritti e delle responsabilità la richiesta di password“.
Nella sua nota, Egan analizza la questione anche dal punto di vista del datore di lavoro.
La richiesta di password potrebbe creare problemi che in questo momento non riescono ad anticipare.
Ad esempio, sapere che un utente è iscritto a un determinato gruppo può essere il punto di partenza per cause discriminatorie, per età, orientamento sessuale, religioso o politico.

Ma non si muove solo Facebook.
Negli Stati Uniti, il senato della California sta analizzando una proposta di legge in base alla quale alle aziende dello Stato verrebbe fatto esplicito divieto di chiedere le password di Facebook e una analoga proposta di legge sarebbe in esame nell’Illinois e nel Maryland.
Il principio di partenza è chiaro: così come non è lecito in fase di colloquio fare domande sugli orientamenti sessuali o politici, non lo è altrettanto desumere queste e altre informazioni da un social network.
Chiedere a un utente di dare accesso al suo profilo Facebook è equivalente allla richiesta di analizzare il contenuto della sua casella di posta personale.

 

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