Il colpo di coda di Gasparri

Mentre si accelerano i tempi per il WiMax, resta ancora senza risposta la provocazione di Assoprovider.

E alla fine arrivò il colpo di coda di Gasparri.
Il ministro delle
comunicazioni, dimissionato per eccesso di impegno contro il suo compagno di
partito Storace, ha lanciato un ultimo acuto con la notizia che mercoledì
prossimo saranno assegnate le prime licenze per il WiMax.
Mentre in Francia
Altitude ha già lanciato un servizio Voip che utilizza la rete ad alta velocità
del WiMax, e in Gran Bretagna Telabria ha realizzato il primo nework pubblico
WiMax, in Italia da pochi giorni il ministero della Difesa ha reso disponibili
le frequenza e fra qualche giorno i primi operatori saranno forniti di licenze.
Come al solito ci muoviamo in ritardo anche se rimane la sorpresa di vedere
avviata la fase di sperimentazione per la quale si temeva di dover aspettare
ancora a lungo.
Però qualcuno da tempo aspetta ancora di avere regole certe
su un’altra tecnologia (802.xx) che non è ancora diventata obsoleta. Stiamo
parlando della lettera aperta di Assoprovider, che non ha mai ricevuto risposta,
dove si dice che “da due anni un’ intera generazione di giovani imprenditori
italiani nel settore innovativo del wireless unlicensed viene sistematicamente
ignorata dal mondo della politica. Gli imprenditori attraverso il wireless
unlicensed, universalmente riconosciuto come il futuro della larga banda, in
Italia vengono dunque ancora tenuti al palo in attesa di un nuovo regolamento
che finalmente ammetta l’uso di queste tecnologie per connettersi ad
Internet
”.
Gasparri, al quale per quanto riguarda Internet va comunque
riconosciuto il merito di avere fortemente contribuito alla crescita della banda
larga, quel regolamento che doveva essere pronto da tempo non l’ha mai varato.

Anzi rilancia con il WiMax.
Vedremo in che termini certo è che la
lettera di Assoprovider an un certo punto recita: “Una delle ultime
motivazioni per rimandare il coraggio della decisione, è stata fornita su un
piatto d’argento, purtroppo proprio dal WiMax, qualcosa di estremamente
importante per il futuro del wireless, ma con il piccolo inconveniente pratico
di non essere ancora pronto per l’uso commerciale. Perché non avviare subito una
bella fase di sperimentazione, magari di un paio di anni, per spostare avanti le
decisioni, addossando la colpa del rinvio agli ingegneri del Wimax consortium
che non si mettono d’accordo sugli standard?”.

Solo cultura del
sospetto?
Sarà Landolfi, se ne avrà il tempo, a toglierci il dubbio.

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