Il collegamento fra Scm e Crm rende più solida la catena del valore

Tecnologie aperte e flessibili garantiscono la stretta integrazione tra partner commerciali che, con l’obiettivo della riduzione dei costi e della soddisfazione del cliente, sono in grado di condividere le informazioni legate al prodotto, dalla progettazione alla consegna.

 


Strumento per l’ottimizzazione del business, l’e-chain è costituita dalla somma delle applicazioni avanzate per la pianificazione e il supporto decisionale dei processi chiave delle imprese (quali progettazione, acquisti, distribuzione e vendita). Le soluzioni di Extended Supply chain management forniscono all’azienda e ai partner la visibilità delle informazioni critiche sugli ordini, sulla merce a magazzino, sulle previsioni, sui piani di produzione e su altri indicatori di performance che permettono di accrescere la qualità del servizio, riducendo la quantità delle scorte. Il contenimento dei costi continua a rappresentare l’obiettivo che guida gli investimenti in tecnologie, che diventano sempre più flessibili e che vanno a coprire tutti i vari aspetti della catena di fornitura, dall’approvvigionamento ai trasporti, dallo stoccaggio al marketing, il tutto finalizzato alla soddisfazione del cliente.


Il collegamento con il customer management rappresenta, infatti, una delle tendenze più attuali di condivisione dei dati legati al prodotto. Le aziende, che si stanno muovendo sulla strada della messa al bando delle operazioni frammentate e puntano a ritagliare i servizi in base al profilo e alle richieste dei propri utenti, chiedono che la tecnologia funga da aiuto per articolare una chiara relazione fra gli investimenti e gli obiettivi strategici generali. Proprio sui servizi, ad esempio, verte l’offerta di Sterling Commerce, che si propone di gestire in outsourcing alcune problematiche tipiche dei supplier, tra cui il day-by-day, e che, come sottolineato da Sandro Artioli, sales manager della società, ha recentemente lanciato Electronic trading network, un’infrastruttura per la trasformazione delle comunicazioni e dei dati critici, la semplificazione degli ordini, la movimentazione e il pagamento della merce tra partner.

Il ruolo dei supplier


La stretta integrazione tra acquirenti e fornitori all’interno della supply chain consente l’ottimizzazione dei processi che, a propria volta, produce un’elevazione degli stessi fornitori, i quali si trasformano in partner strategici. Spesso, sono le stesse aziende a sostenere i costi necessari a far sì che il fornitore sia in grado di partecipare ad attività online, come nel caso dei marketplace. Le tecniche di Supplier relationship management, poi, mettono a disposizione funzionalità che, in tempo reale, consentono la collaborazione fra azienda e fornitori di materie prime, di beni finiti e di produzione in outsourcing. È, inoltre, possibile identificare e valutare nuovi fornitori, ottimizzare i termini contrattuali e analizzarne l’impatto lungo tutta la supply network.


Gli analisti prevedono che nei prossimi mesi sarà possibile assistere a un’ulteriore interazione tra gli attori della catena e dello stesso parere sembra essere Sap che, dalle parole di Stefano Sammartin, responsabile business unit Scm e Plm di Sap Italia, "crede nella convergenza dei processi, dove domanda e offerta si intersecano e si sovrappongono. Non esistono più le barriere tra tecnologie abilitanti di Scm e di Crm e si può parlare di vera e propria Demand chain network, che integrerà sempre più le imprese che si occupano di distribuzione". Nella visione del vendor tedesco, non è più possibile parlare di standard ed è necessario che le aziende <I>"cambino approccio e si trasformino da imprese che offrono preconfigurati a società in grado di sviluppare soluzioni in base alla specificità dei clienti"</I>, ha concluso Sammartin. Si parla sempre più insistentemente di dynamic enterprise come modello di riferimento, anche se non sempre Internet è riuscita a ridurre i tempi della supply chain.

I passi da compiere


Il rischio che l’implementazione di un sistema di Scm possa scontrarsi con l’incapacità di alcuni partner di adeguarsi e che, quindi, non riesca a generare i benefici attesi è reale. Di certo, la Rete ha ridotto i tempi di recepimento e di lavorazione dell’ordine attraverso le applicazioni di e-commerce. Tuttavia, molti scambi informativi fra clienti, fornitori e società sono ancora basati sul file sharing e su meccanismi Edi, non su tecnologie Web. L’anello debole è rappresentato dal fatto che molte aziende lavorano ancora con strutture rigide e non riescono a sincronizzare e stabilire connessioni fra i vari dipartimenti e le business unit. Né, tantomeno, con i partner. Anche gli investimenti finalizzati alla contrazione dei tempi di ritorno devono essere programmati e particolareggiati.


L’eventualità che le applicazioni di Scm siano isolate da altre iniziative può provocare, infine, la perdita dei risparmi potenziali nei vari rivoli aziendali. Molti dei sistemi di Scm in commercio si configurano, poi, come soluzioni in grado di analizzare solo dati conosciuti e di programmare le scelte sulla base di specifici parametri. Gli sforzi dei principali attori sul mercato si dirigono proprio nella direzione di superare questi problemi.

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