Il cloud computing e la linguistica prognostica

Quando la lingua crede nel cloud più che il mercato. Italiano, va da sè.

Ci sono i biochip, l’infografica, la nanoscienza, la geolocalizzazione, la viralità, il web surfing e il digital divide nell’edizione 2012 del Dizionario Zingarelli della lingua italiana presentato in questi giorni.
Ma, soprattutto, c’è il cloud computing.

Ha trovato eco la notizia che tra le 143.000 parole inserite nel dizionario quest’anno ci sia anche il cloud computing, concezione talmente nuova da far percepire nel celodurismo, termine anch’esso esordiente, un vago odore di stantio.
Come se quest’ultimo fosse un lemma da preservare per aiutare le nuove generazioni a interpretare correttamente pagine di storia o di giornali.

Il cloud computing è invece nuovo, talmente nuovo da far dire a Mario Cannella, curatore del volume, intervistato da Repubblica, che si tratta di ‘linguistica prognostica’. Sono convinto che quest’espressione è destinata a durare molto, vedo per lei un destino roseo. Può apparire rischioso ma è il bello del mestiere”.

Buon segno per gli operatori del settore: la lingua crede al cloud più di quanto per il momento creda il mercato italiano.
Purché non vi si abbini l’altra new entry di Zingarelli 2012: ”scrauso”.

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