Il caso dell’aeroporto di Malpensa

La società Alha Airport Spa gestisce il 70% della movimentazione merci dell’aeroporto di Milano–Malpensa e dopo l’11 settembre 2001 ha deciso, secondo le nuove norme del piano di sicurezza nazionale, di alzare il livello di sec …

La società Alha Airport Spa gestisce il 70% della movimentazione merci
dell’aeroporto di Milano–Malpensa e dopo l’11 settembre 2001
ha deciso, secondo le nuove norme del piano di sicurezza nazionale, di alzare
il livello di security del magazzino presso il cargo City Terminal 1, consentendo
l’accesso solo agli autorizzati previo riconoscimento di impronta digitale.
Spiega Alessandro Cappella, direttore generale di Alha Airport: «Prima
dell’installazione, che sarà completata a breve, abbiamo spiegato
ai rappresentanti sindacali la necessità di proteggere le merci dalle
manomissioni, ma soprattutto la loro sicurezza personale durante il lavoro.
Poi abbiamo sottoposto la pratica al Garante della privacy che, una volta analizzate
la soluzione tecnologica e la finalità, ha dato la sua approvazione.
Per ciò che concerne il fornitore ci siamo rivolti alla Eter Biometric
Technologies, che ha studiato un sistema di identificazione per consentire l’accesso
ai 280 dipendenti del magazzino tramite il riconoscimento dell’impronta
digitale. Il template del dato biometrico viene memorizzato in modo criptato
su un badge che rimane di esclusivo possesso del dipendente. Per superare il
tornello basta poggiare il dito sul lettore dell’impronta e presentare
la smart card. Se il dato biometrico corrisponde a quello criptato, il tornello
si sblocca. Le informazioni sono al sicuro perché c’è un
solo addetto che legge i codici e ogni settimana vengono cancellati in automatico.
Anche se si smarrisce la smart card non ci sono pericoli perché serve
l’impronta corrispondente per poterla usare. Per controllare gli orari
di lavoro si usa un altro tipo di badge senza impronte digitali
».

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