Il carrello intelligente di Coop Italia

La società monitora costantemente l’andamento delle vendite di circa 700 negozi. I report sono disponibili e consultabili sulla intranet

Il marchio Coop è legato a doppio filo all’evoluzione della Grande distribuzione organizzata italiana. Una struttura di 140 cooperative, 53.000 addetti e 1.300 negozi, dislocati su tutto il territorio nazionale, oltre a 4 ipermercati in Croazia: questi i numeri di una realtà costituita da 6 milioni di soci. Coop Italia è la centrale d’acquisto di Coop e, nel 1999, è divenuta anche la centrale di marketing. È, quindi, all’interno di questa realtà che si definiscono le politiche commerciali del gruppo.
La nuova responsabilità ha obbligato i suoi vertici a dotarsi di strumenti in grado di fornire le analisi dati di gruppo, prima inesistenti. Organizzarsi per raccogliere le informazioni si è presentato subito come un lavoro di grande complessità: non solo le cooperative presentavano piattaforme e architetture eterogenee, ma avevano sviluppato in proprio anche le codifiche e, pertanto, non esisteva un’unica anagrafica né dei prodotti né dei fornitori. Di conseguenza, non esisteva la possibilità di avere dati di vendita unificati, né la possibilità di analizzarli sulla base di indicatori comuni, che non esistevano. L’unica fonte di informazioni per Coop Italia erano gli istituti come Nielsen, che dispongono di dati su base statistica e relativi a un numero limitato di merceologie. Coop ha, quindi, avviato un grosso progetto di ristrutturazione dei processi commerciali e, su questo terreno, è nato il progetto di Business intelligence. Le persone coinvolte sono state oltre 400, organizzate in category team (composti da persone di Coop Italia e delle varie cooperative), che hanno elaborato strategie per le singole categorie commerciali e hanno definito gli standard (linguaggio, indicatori e reportistica) da condividere e utilizzare su tutta la rete. Inoltre, il nuovo sistema di category management ha richiesto una significativa riconversione del personale delle Coop e, per questo, sono stati svolti importanti interventi formativi. «Abbiamo prodotto un capitolato – esordisce Luigi Cagnetta, responsabile Data Administration di Coop Italia – e scelto, tramite una gara, Teradata come partner, per la competenza manifestata sui progetti in ambito retail, oltre che per le prestazioni della sua piattaforma. Abbiamo apprezzato, in particolare, la gradualità e flessibilità nell’implementazione del modello dati, che ci permette di aggiungere in ogni momento nuove aree di analisi con facilità. Abbiamo, quindi, scelto la piattaforma Business_Objects per lo sviluppo e la distribuzione della reportistica. Grazie a Web Intelligence, i report sono fruibili attraverso la intranet, senza bisogno di alcuna installazione sui pc». Per ora gli utenti dello strumento sono circa 200, ma a regime saranno il doppio. Attualmente, dispongono di circa 120 report con le analisi sulle vendite di circa 700 negozi, suddivisi per articolo, negozio e settimana, per un arco temporale di 36 mesi. «Abbiamo un sistema di profilazione molto elaborato – prosegue il manager -. Ciascuno visualizza i dati del proprio negozio, confrontati con i dati complessivi, o delle merceologie di competenza. Abbiamo impostato i report con un sistema di prompt molto articolati, che permettono di navigare nei dati all’impronta, per cui le risposte arrivano in pochi secondi o, al massimo, in minuti. Considerando che prima le query venivano impostate la sera prima e i dati si avevano il giorno dopo, il vantaggio è evidente. Abbiamo anche alcuni cruscotti direzionali con un drill down limitato, che vengono “rinfrescati” automaticamente. Infine, abbiamo predisposto ambienti di analisi libere, ovvero universi sviluppati usando tecniche e strumenti evoluti di Business_Objects XI, che permettono a utenti opportunamente formati di comporre nuovi report. Oggi sappiamo di avere in mano informazioni univoche, disponibili per tutti, ed evitiamo il proliferare di grafici e tabelle costruiti “in proprio”». In futuro, l’idea è di implementare anche lo strumento di gestione delle performance, oltre alla segmentazione dei fornitori.

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