Lo afferma la Camera di Commercio Monza, secondo la quale il 15% delle imprese lombarde ha ridotto il numero di banche con cui ha rapporti. Mentre tra le microimprese solo 1 su 5 ha fatto investimenti.
Il 15% delle imprese lombarde ha ridotto
il numero di istituti di credito con cui ha rapporti. Nonostante la crisi, le
imprese lombarde provano comunque a investire: circa la metà degli imprenditori
lombardi ha dichiarato di aver effettuato un investimento negli ultimi due anni.
Si tratta però principalmente di imprese di grandi dimensioni (8 su 10 investono),
mrentre tra le micro imprese solo 1 su 5 ha fatto investimenti. E’ quanto emerge
dall’indagine ‘Imprese, credito e finanza‘, condotta dalla Camera di commercio
di Monza e Brianza in collaborazione con Digicamere, attraverso interviste Cati
su 925 imprenditori lombardi, nel mese di luglio 2013.
E sul futuro scommette poco più della
metà degli imprenditori lombardi, dichiarando l’intenzione di fare investimenti
nei prossimi due anni. Anche in questo caso, con le micro più prudenti: il
65,1% non pensa di investire nei prossimi due anni nell’impresa.
La vera
preoccupazione è il costo del denaro: se nei prossimi anni raddoppiassero i
tassi di interesse, metà delle imprese rischierebbe di chiudere. In media,
nell’ultimo anno, solo il 7% delle imprese lombarde non è stata in grado di far
fronte al fabbisogno finanziario per la gestione delle proprie attività.
Se il
48,7% dichiara di avere comunque una buona liquidità, il 44,2% riesce a
mantenere la situazione solo tra difficoltà e ritardi, dovuti soprattutto al
ritardo dei pagamenti. Il recupero dei crediti vantati resta, infatti, la
principale ragione per la scarsa liquidità delle imprese: il 46,6% denuncia
ritardi nei pagamenti. La mancanza di ordini e fatturato tocca invece il 38,3%
degli imprenditori, mentre la difficoltà di accesso al credito è una
problematica che riguarda il 5,4% delle imprese.
Nell’ultimo anno 1 impresa su
3 ha richiesto un finanziamento agli istituti di credito e tra chi ha fatto
ricorso alle banche il 75,8% ha ricevuto risposte positive, in cambio di
garanzie reali fornite dall’impresa (28,9%), dallo stesso imprenditore o dai
soci (33,3%). Tra le forme di sostegno, i Consorzi Fidi sono conosciuti da 1
imprenditore lombardo su 2.
Chi ha aderito ai consorzi ha espresso un giudizio
piuttosto positivo: li ritiene in qualche modo utili il 52,7% delle imprese.
Tra le altre forme di finanziamento, gli imprenditori lombardi mettono mano
ancora al proprio portafoglio: il 16,7% ha fatto ricorso all’autofinanziamento.
Tra gli altri strumenti finanziari, il leasing è quello più conosciuto (10,6%),
molto meno utilizzati il factoring, la quotazione in borsa, il venture capital
e i prestiti obbligazionari.
Le imprese lombarde negli
ultimi due anni, nonostante la crisi, hanno continuato a investire, in
particolare a Milano (54,6%) e a Monza e Brianza (52,7%), mentre a Bergamo si
registrano maggiori difficoltà (solo il 38,1% ha effettuato investimenti). E in
mancanza di liquidità sono sempre le imprese di Milano quelle che dichiarano di
far più ricorso al sostegno delle banche (40%), contrariamente a quanto accade
nella provincia di Varese (26,8%). Mentre è Brescia la provincia lombarda in cui le
imprese hanno aderito in misura maggiore a un Consorzio Fidi per agevolare
l’accesso al credito (il 20,5% contro il 17,9% della media lombarda). A Monza e
Brianza invece si fa maggior ricorso ad altre forme di finanziamento (45,1%)
tra leasing finanziario e autofinanziamento.