Il 44,3% del Pil è di qualità

La Fondazione Symbola misura il Piq, Prodotto interno di qualità, che misura il grado di innovazione

Un Pil di qualità, almeno per il 44,3%. La Fondazione Symbola (Fondazione per
le qualità italiane) ha scomposto il Prodotto interno lordo italiano in cinque
variabili indipendenti per capire quanta parte è dovuta alla qualità e
all’innovazione. Il risultato è un Piq (Prodotto interno di qualità) che vale
628 miliardi di euro in crescita di tre punti percentuali rispetto alla
rilevazione del 2005.



Qualità ambientale e legame con il territorio, delle
risorse umane, dell’innovazione, del posizionamento di un determinato prodotto e
la qualità come competitività. Sono questi parametri (che racchiudono differenti
indicatori) utilizzati dalla Fondazione che ha raccolto i pareri di 85 esperti
(imprenditori, professionisti, analisti) grazie ai quali, a sorpresa, il
commercio è risultato in testa con il 49,7% di Piq, seguito dall’agricoltura
(46,1%) e industria metalmeccanica (45,5%).




Secondo Livio Barnabò, responsabile del coordinamento operativo del Piq, il punteggio del commercio dimostra come le liberalizzazioni facciano bene alla qualità. “Si veda la legge Bersani che ha aperto alle grandi superfici provocando anche delle reazioni interessanti quali la rispecializzazione di larghe fasce del comparto”.
Male invece il turismo (42,9%) nel quale gli operatori “hanno avuto il torto di agire come ex monopolisti, di pensare che il mito dell’Italia delle vacanze avrebbe vinto sempre e comunque”.



LA CLASSIFICA DEL PIQ


Settore Livello PIQ (in % del PIL)


Commercio 49,7 Agricoltura 46,1
Industria – metalmeccanico 45,5

Servizi alle omprese 44,2
Servizi Pubblici e P.A. 43,6
Alberghi e
ristoranti 42,9
Industria tessile/abbigliamento, legno/arredo e sistema casa
42,3 Industria altro 41,4
Costruzioni 40,4
TOTALE 44,3

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