Igf: Basilea 2 premia la trasparenza

Da Ibm Global Financing un incoraggiamento alle piccole e medie imprese: nessuna penalizzazione, anzi un meccanismo premiante per le realtà che perseguono la strada della trasparenza.

24 novembre 2003 C’è parecchia perplessità tra
le piccole e medie imprese italiane su Basilea 2
. L’accordo, sottoscritto tra le
banche centrali dei Paesi più industrializzati, richiede agli istituti di
credito l’accantonamento di quote di capitale proporzionali al rischio derivante
dai crediti concessi.
Le banche devono, cioè, creare delle riserve di credito
non più su base proporzionale ai capitali impegnati, ma in base alla tipologia e
al rischio dei crediti concessi ai loro clienti.
Ciò significa che l’accesso
al credito per le aziende è oggi subordinato a un’analisi e all’attribuzione di
un rating, basato sia sui dati di bilancio, sia su piani industriali, di
sviluppo o di risanamento.
E’ chiaro che le piccole e medie imprese si
sentano in qualche modo minacciate da questo meccanismo e temano nei loro
confronti una restrizione nell’accesso al credito o, per lo meno, una costante
applicazione di tassi di interessi più elevati a causa della loro scarsa
patrimonializzazione.
Ibm Global
Financing
, l’organizzazione finanziaria di Ibm, non è però di questo
avviso e invita le piccole e medie imprese a considerare i requisiti di
Basilea 2 come una opportunità

per rendere più
efficace l’allocazione delle risorse finanziarie, facilitando l’accesso al
credito – per altro a condizioni più favorevoli – alle aziende più
meritevoli.
La trasparenza – sottolinea Luca
Chiarito
, direttore Ibm Global Financing per il Sud Europa – deve
diventare premiante e deve essere incentivata la capacità delle aziende di
mantenere rigore nei propri bilanci e di comunicare piani previsionali e di
sviluppo

“.
Cosa che del resto i clienti di Igf (Ibm
Global Financing) dovrebbero già saper fare, dal momento che l’azienda già
utilizza dei criteri di concessione del credito in linea con i requisiti di
Basilea 2.

Ed evidentemente la trasparenza non è una logica così
“spaventosa” se nel corso del 2003 la società ha visto crescere in modo
significativo il numero di richieste di accesso al credito da parte di clienti e
partner. E se oggi finanzia due server su tre venduti. E un pc ogni 3.
Lo
scorso anno la società ha rappresentato il 4% del bilancio totale di Ibm e oltre
il 12% del profitto e per quest’anno conta di mostrare tassi di crescita
interessanti.
Igf si propone come leva di congiunzione tra domanda e offerta
di tecnologia, avendo come ritorni sia i margini finanziari derivanti
dall’attività diretta, sia tutte le opportunità che nascono dalla gestione degli
asset e dal remarketing dell’usato a fine locazione.
Offre servizi finanziari
(leasing, locazione, prestito commerciale) a clienti a partire da 10.000 euro, e
servizi ai partner, incluso il finanziamento del capitale circolante nel breve
periodo.
La leva finanziaria” – sostiene Chiarito – “è
diventata determinante nelle relazioni commerciali. E ancora di più nelle
strategie di un’azienda, che ha la possibilità di indirizzare il capitale
disponibile verso l’acquisto di beni destinati alla attività primaria, come
macchinari e strumentazione, e di accedere ai finanziamenti per l’infrastruttura
tecnologica
“.

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