Idc: le prospettive di mercato

In Italia, il mercato della consulenza It sta attraversando una fase di stabilizzazione, soprattutto nelle tariffe dei servizi a maggiore valore aggiunto. A sostenerlo è Idc, che addirittura preconizza una lieve crescita per questo settore, mess …

In Italia, il mercato della consulenza It sta attraversando una fase di stabilizzazione,
soprattutto nelle tariffe dei servizi a maggiore valore aggiunto. A sostenerlo
è Idc, che addirittura preconizza una lieve crescita per questo settore,
messo sotto pressione da anni da una forte competizione e un feroce downpricing.
«Sicuramente – ha esordito Ezio Viola, amministratore delegato
di Idc Italia – la consulenza è ormai considerata una commodity e
per gli operatori è sempre più difficile differenziarsi sul mercato,
anche a causa di alcuni fenomeni emergenti. Da qualche tempo, infatti, la consulenza
tecnologica più tradizionale, quella che crea un’interrelazione
tra It e business, e quella dell’efficientamento delle infrastrutture
da parte di chi governa l’It, stanno convergendo e sempre più realtà
tendono a offrire servizi che comprendono un mix di expertise per la realizzazione
di progetti di reengineering, change management o transformation.Che questo
sia un vantaggio o uno svantaggio per il cliente, è difficile da stabilire.
Di certo, è un modo per garantire soluzioni end-to-end, fornire value
for pricing e combattere il downpricing dei servizi
».

Parallelamente, alcuni operatori stanno procedendo in modalità contraria,
scegliendo di differenziarsi sul mercato attraverso una verticalizzazione per
industry o per expertise funzionali. «Oggi tanti operatori
ha proseguito Viola – considerano l’aspetto consulenziale come un
semplice maquillage di marketing per presentare le proprie soluzioni. Sarebbe
meglio, invece, queste realtà accanto al go-to-market si focalizzassero
maggiormente su contenuti e know how, magari innovativi.Sempre più spesso,la
media impresa è chiamata, infatti, a fare efficienza al proprio interno
attraverso un rinnovamento tecnologico, che le società di consulenza
non riescono a suggerire. Un esempio di nuove piattaforme possono essere, per
esempio, le soluzioni di collaboration o le cosiddette interaction technology
».

Ma chi sono i consulenti che tipicamente interfacciano le aziende italiane?
Di solito le realtà che si rivolgono alle medie imprese sono società
medio-piccole, in cui la consulenza è associata alle soluzioni vendute.
«Oggi – ha precisato l’amministratore delegato – è
indispensabile che questi interlocutori diano soprattutto un servizio a prezzi
accessibili, magari più industrializzato e preconfezionato, dal momento
che le complessità e i problemi di change management della media impresa
sono più semplici e replicabili di quelli dell’enterprise: un’evoluzione
dell’offerta perseguìta ancora da pochi, mentre la maggioranza
si focalizza su servizi professionali consulenziali di tipo più applicativo
che organizzativo o di business
». Nelle piccole realtà la
consulenza continua a basarsi, invece, sul passaparola da parte del collega
con la stessa industria e su consulenti freelance che intervengono in modo puntuale
su richieste specifiche. «In generale – ha continuato Viola -,
per garantire un esito di successo a qualsiasi tipo di progetto è, comunque,
bene ricordare che le società di consulenza giocano un ruolo critico
non solo in base alle competenze e alle seniority messe a disposizione, ma soprattutto
alla capacità di mobilitare tecnici e utenti all’interno delle
aziende committenti
». Indispensabile, è, quindi, la responsabilizzazione
di tutti nella formalizzazione dei requirement e delle specifiche funzionali
del ciclo di sviluppo dei progetti.

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